Città del Vaticano – Cristiani occidentali contro cristiani orientali, con buona pace del Vangelo che ormai è stato sepolto sotto il rumore dei missili. Il conflitto tra russi e ucraini, ormai arrivato al 40esimo giorno, ha fatto affiorare (anche) i contorni religiosi della «operazione militare» di Putin e benedetta di fatto dal Patriarcato di Mosca, il quale sin dai primi istanti la ha definita con enfasi «giusta» pochè utile a estirpare il Male dall'occidente. Il Patriarca Kirill, tradizionalmente legato a doppio filo al Cremlino, ha esplicitato, attraverso i suoi sermoni, il bisogno di fermare l'avanzata dei disvalori occidentali sicuramente sradicati dal Vangelo che, a suo dire, stanno lentamente sgretolando la famiglia tradizionale formata da un uomo e una donna, e stanno introducendo una sorta di dittatura da parte della lobby gay. Kirill ha usato parole forti che hanno scatenato la condanna e la presa di distanza di numerosi leader religiosi europei. Evangelici, protestanti, cattolici, ebrei.
Lo scontro di civiltà
In questo scenario c'è chi ha intravisto i contorni di uno scontro tra civiltà: da una parte gli ortodossi legati al Patriarcato di Mosca, preoccupati per le derive morali e libertarie che si osservano evidenti, dall'altra i cattolici e gli ortodossi ucraini ed europei.
È in questo quadro geopolitico che si parla a più riprese di uno "scontro" tra le comunità cristiane ortodosse e uniate (greco-cattoliche), secondo la classica definizione di Samuel Hungtinton anche se la principale frattura sociale al momento, più che la religione, sembra piuttosto essere l'identità etnica, basata sull'orientamento della politica estera dell'Ucraina verso l'Ue, la Nato e gli Usa. Uno dei principali studiosi al mondo di scontro tra civiltà, il francese Olivier Roy, ha recentemente fatto notare che la probabilità di definire in questo modo la violenza tra russi e ucraini è piuttosto bassa. A suo parere l' intervento militare della Russia in Ucraina non ha niente a che vedere con la teoria dello scontro di civiltà classico anche se ispira molti pensatori di geopolitica. Olivier Roy fa notare, tra l'altro, che la Russia ha sempre integrato nei secoli i musulmani nell'impero. E che Putin ha certamente una visione imperiale ma non una geostrategia basata sulla religione.
Gli attacchi di Putin
Roy ha anche evidenziato che dei quattro interventi militari di Putin nello spazio ex sovietico compiuti durante la sua lunga presidenza, tre hanno preso di mira paesi cristiani e ortodossi. L'aggressione diretta contro la Georgia è andata a vantaggio degli abkhazi musulmani. Durante l'ultimo conflitto nel Nagorno-Karabakh, i russi che erano dalla parte dell'Azerbaigian di fatto anno lasciato che gli azeri prendessero il Karabakh e poi hanno fatto finta di intervenire. In Cecenia, Putin ha sostenuto il leader ceceno Ramzan Kadyrov. L'attacco all'Ucraina però accentuerà ulteriormente le divisioni nel mondo ortodosso e nel mondo cristiano in generale.
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