Virus Lazio, D'Amato: «Immunità di gregge lontana, da giugno test per tutti in ospedale»

Virus Lazio, D'Amato: «Immunità di gregge lontana, da giugno test per tutti in ospedale»
di Lorenzo De Cicco
Martedì 26 Maggio 2020, 08:26 - Ultimo agg. 08:28
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«I dati sui test sierologici nel Lazio ci dicono tre cose: che il Covid 19 circola ancora nella nostra regione, motivo per cui è decisivo scovare gli asintomatici continuando con gli esami. Poi c'è un aspetto confortante da evidenziare e cioè che il virus è stato contenuto, ha raggiunto solo il 2,4% delle persone. Ma questo stesso indicatore, letto da un'altra prospettiva, è allarmante: significa che nel Lazio l'attività di immunità di gregge è ancora bassissima». Alessio D'Amato, l'assessore alla Sanità del Lazio, ha davanti i numeri sui contagi e il rapporto delle Asl sui test del sangue che, individuando gli anticorpi, aiutano a capire dove e quanto è circolato il coronavirus a Roma e nelle altre province. La proporzione è quella che la Regione si attendeva: sotto al 3%. Anche se in lieve crescita rispetto alla prima stima formulata una settimana fa: si è passati dal 2,17%, dopo i primi 19mila test, al 2,4% su base regionale dopo 35mila esami sierologici. «Ormai abbiamo superato il 10% della platea programmata - spiga D'Amato - quindi le percentuali iniziano ad avere un valore statistico».

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Assessore, chi è stato sottoposto ai test finora?
«Abbiamo quasi completato il personale sanitario, siamo a buon punto con gli uomini della Guardia di Finanza e abbiamo iniziato da poco i test a carabinieri, polizia di Stato e vigili del fuoco. Solo per le forze dell'ordine, saranno controllati 62.409 operatori. A questo ritmo, contiamo di completare i 300mila esami previsti entro la fine di giugno. Voglio ricordare che il Lazio è la regione che farà più test di tutti in Italia e che da soli raggiungeremo lo stesso numero di persone sottoposte a questo tipo di analisi in Germania».

Saranno coinvolte altre categorie nelle prossime settimane?
«È una mossa che stiamo valutando, probabilmente in autunno ci sarà un'estensione».

L'ultimo bollettino sull'emergenza, quello di ieri, annota appena 9 casi a Roma. Perché è importante continuare a fare i test?
«Perché solo così riusciremo davvero ad arrestare la circolazione del contagio. Se prima la sfida era attrezzare al meglio le terapie intensive con i posti letto adeguati e i respiratori a sufficienza, oggi è fondamentale rintracciare tutti gli asintomatici. Per questo raddoppieremo gli addetti per il contact tracing, il tracciamento dei contagi».

Si arriverà mai al test gratis per tutti?
«Oggi i tamponi sono gratuiti e coperti dal sistema sanitario. Per i test sierologici, come Regione abbiamo chiesto al governo di inserirli tra i lea, i livelli essenziali di assistenza. In questo modo la popolazione che rientra nelle fasce di reddito più basso potrebbe eseguire il test senza spendere nulla o quasi, come se ci fosse il ticket».

Oggi nei laboratori privati, secondo le associazioni dei consumatori, si arriva a spendere fino a 92 euro...
«Nelle strutture pubbliche vale la tariffa regionale: 15 euro e 23 centesimi. Abbiamo fissato un tetto e chiediamo ai laboratori di adeguarsi, pubblicando i prezzi online, per trasparenza. Posso dire una cosa, poi: appena terminerà la sperimentazione dei 300 mila test sierologici, si potrà fare l'esame andando negli ospedali, mettendosi in lista d'attesa. Insomma, ci si prenota e si paga la tariffa regionale. Al San Giovanni si può, a brevissimo lo stesso servizio sarà disponibile al San Camillo e al Sant'Andrea».

E i tamponi? Quale sarà il ritmo nei prossimi mesi?
«Oggi siamo a 4-5mila al giorno, ma abbiamo scorte sufficienti per aumentarli.

In tutto il mondo mancano i reagenti, problema che invece non si pone per i test sierologici. Per questo è fondamentale andare avanti su questo doppio binario. Sarà un'estate all'insegna delle tre t: tracciare, testare e trattare».

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