Rifiuti, la lettera della Ue: «Preoccupati per Roma, faro sui rischi sanitari»

La Commissione: «Vicende politiche poco chiare, investigazione sui rischi per la salute umana»

Rifiuti a Roma, la nuova allerta della Ue: «Poca chiarezza e rischi sanitari»
Rifiuti a Roma, la nuova allerta della Ue: «Poca chiarezza e rischi sanitari»
di Lorenzo De Cicco
Sabato 30 Ottobre 2021, 22:33 - Ultimo agg. 31 Ottobre, 09:26
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La crisi dell’immondizia romana allarma la Commissione europea. Le immagini dell’auto blindata di Biden che attraversa il centro storico affiancata dai mucchi di spazzatura hanno fatto il giro del web e in una lettera firmata l’altro ieri, il 29 ottobre, da Ion Codescu, capo unità della Direzione generale Ambiente di Bruxelles, l’Ue dichiara di seguire con «attenzione e preoccupazione» la gestione del ciclo dei rifiuti della Capitale e del Lazio. Una crisi a spirale che, secondo la Commissione, mette a nudo le «fragilità del sistema», le «carenze impiantistiche», ma anche la «non ottimale utilizzazione degli impianti di trattamento» ancora attivi. L’Unione è convinta che su alcune «vicende politico-amministrative non è stata fatta ancora chiarezza». E fa sapere che è aperta un’investigazione per capire se il filotto sciagurato di inefficienze, ritardi e indecisioni, possa recare un «pregiudizio per la salute umana e per l’ambiente».

LA CRISI

Il pressing Ue si alza mentre il neo-sindaco Roberto Gualtieri prova a far decollare il piano di pulizia straordinaria annunciato in campagna elettorale, dovrebbe partire il prossimo 2 novembre, dopo un accordo con i sindacati che riverserà nelle casse dell’Ama 40 milioni di euro, da sfruttare in buona parte per gli straordinari dei netturbini.

Ma più che sulla manovalanza per la raccolta, il faro di Bruxelles si accende sulle debolezze strutturali, sui pochissimi impianti attivi al servizio della città.

Nella missiva, spedita in risposta ad un esposto sulla discarica di Roccasecca presentato da Fare Verde, associazione di protezione ambientale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente, la Commissione scrive di seguire «con attenzione e preoccupazione l’evoluzione della situazione dei rifiuti nel Lazio ed è consapevole della particolare complessità della situazione riguardante il ciclo dei rifiuti di Roma, in cui si coniugano carenze impiantistiche, non ottimale utilizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti esistenti, ma anche vicende politico-amministrative e giudiziarie recenti su cui non è stata ancora fatta completa chiarezza. Tali fragilità del sistema favorirebbero il ripresentarsi periodico di situazioni critiche che generano proteste da parte dei cittadini».

Per questi motivi, prosegue la lettera, «la Commissione ha deciso di aprire un’investigazione sulla gestione dei rifiuti nel Lazio e sta esaminando con attenzione la questione per quanto riguarda gli aspetti di sua competenza». Cioè «la valutazione del piano di gestione dei rifiuti della Regione Lazio e soprattutto della sua effettiva attuazione», per capire se viene rispettata la direttiva Ue ed «il principio fondamentale secondo cui la gestione dei rifiuti deve essere effettuata senza pregiudizio per la salute umana e per l’ambiente». L’inchiesta di Bruxelles è in fase di «pilot investigation», l’accertamento che precede l’apertura formale di una procedura di infrazione. Che può comportare sanzioni milionarie.

 

LE MOSSE

Gualtieri lo sa. In attesa della giunta, lo staff minimo di questo primo scampolo di mandato è al lavoro per far decollare il piano di pulizie extra. L’accordo sugli straordinari dovrebbe aumentare fino a 4 ore i turni giornalieri di netturbini e spazzini. «Ma c’è un problema: manca il personale idoneo a svolgere queste mansioni», spiega Alessandro Bonfigli della Uil. A Roma quasi un netturbino su 3 lamenta problemi di salute e non sale sui camion. La Uil propone allora di arruolare alla causa gli addetti della Multiservizi, partecipata al 51% dall’Ama. Ma per far uscire la città dalle secche della crisi, servono soprattutto nuovi impianti.

Ne è convinto lo stesso au di Ama, Stefano Zaghis, ormai in uscita: «Per risolvere il problema mi auguro per Roma una forte collaborazione fra governo, Regione, Città metropolitana e Roma Capitale, va messo a terra in tempi brevi l’intero piano industriale di Ama per avere entro i prossimi 3 anni tutti gli impianti per il trattamento dell’organico». Solo con questa collaborazione, dice Zaghis, «garantendo gli sbocchi in discarica e nei termovalorizzatori Roma arriverà al Giubileo del 2025 senza più problemi». Gualtieri vorrebbe fare prima: ha promesso di ripulire Roma entro Natale.

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