Al nono piano di via Calderon de’ la Barca, nell’ufficio dell’amministratore unico dell’Ama, ogni lettera che arriva è guardata con terrore. Perché basta una brutta notizia per far saltare per aria il fragilissimo sistema di smaltimento dell’immondizia romana. E nelle ultime 48 ore, di brutte notizie ne sono arrivate due. La prima, dalle Marche: una discarica ha comunicato ai Tmb di Malagrotta che avrà problemi e non potrà ricevere i quantitativi di pattume previsti. Risultato: la EGiovi, che gestisce i due centri di trattamento in zona Castel di Guido, ha comunicato che in assenza di alternative, dal 1° luglio potrà accogliere dall’Ama il 25% dei camion in meno. Una sforbiciata da 300 tonnellate al giorno. Basterebbe questo per rendere impossibile alla municipalizzata recuperare l’arretrato delle ultime settimane - cioè l’indecenza dei sacchetti che lievitano ai bordi delle strade - ma appunto ieri è arrivata un’altra cattiva notizia.
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Da Frosinone, dove un impianto ha fatto sapere di non avere sbocchi per altre 1.000 tonnellate a settimana, sempre per problemi di smaltimento. Intanto dalla Toscana, altra regione coinvolta nel piano d’emergenza per la Capitale, un sito ha dichiarato di poter riprendere i conferimenti dal 7 luglio, anziché dal 28 giugno.
CERCASI LAVORATORI
Come se non bastasse, per la partecipata comunale si prospettano 4 giorni di fuoco. Domani è un festivo, quindi la società lavorerà a ranghi ridotti; il 29 è San Pietro e Paolo. Altro festivo, altra giornata col personale dimezzato. Poi il 30 è stato indetto uno sciopero nazionale, ancora defezioni in vista. In una situazione normale, i disagi sarebbero difficili da contenere. Così, la crisi già in atto rischia di diventare irrecuperabile. Al punto che l’Ama è costretta ad offrire un premio ai netturbini per lavorare almeno il 29 giugno: un bonus da circa 50 euro, oltre allo straordinario, pur di reclutare uomini da mandare in strada a raccogliere i sacchetti che straripano dai bidoni. L’offerta è già stata formulata ai sindacati. I quali non hanno ancora accettato, perché temono che col festivo pagato proprio in mezzo al “ponte” poi l’adesione allo sciopero possa essere più bassa del previsto. Si vedrà.
Certo è che la «crisi igienica» che subiscono tanti quartieri rischia a breve di sfociare in una vera e propria emergenza sanitaria, come ha preconizzato l’assessore alla Salute della Regione, Alessio D’Amato. Ama è pronta a schierare le gru, le “casse ragno” per rimuovere i cumuli d’immondizia. Le Asl hanno registrato un picco di segnalazioni. «Spesso quando giriamo gli esposti all’Ama, corredati dalle foto dei cittadini, i netturbini intervengono. Ma dopo qualche giorno la situazione è quella di prima», racconta Enrico Di Rosa, il direttore del Sisp (Servizio di Igiene e Sanità pubblica) dell’Asl Roma 1. «La verità è che c’è un problema strutturale. E va risolto».