Terra dei Fuochi, se le lancette della storia tornano indietro

Le sentenze non si commentano, ma gli schiaffi alle vittime sì

Il sit in di protesta davanti al palazzo di Giustizia degli attivisti della Terra dei fuochi
Il sit in di protesta davanti al palazzo di Giustizia degli attivisti della Terra dei fuochi
di Vittorio Del Tufo
Sabato 30 Marzo 2024, 10:00
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L'ultimo diaframma 

Nella città dal tempo immobile, dove tutto avanza a rilento, non è una notizia da poco l’abbattimento dell’ultimo diaframma della galleria del metrò che collega Piscinola a Capodichino. Significa che la chiusura dell’anello è più vicina, ed entro il 2027 - prendiamo nota dell’ennesima promessa - l’aeroporto sarà direttamente raggiungibile via metrò almeno dall’area Nord. 6 di incoraggiamento: le stazioni intermedie sono quasi ultimate e il centro di Napoli appare un po’ più vicino a chi, ancora oggi, impiega tempi biblici per raggiungerlo. 

La memoria di pietra 

Lavori in corso anche a Pompei, dove l’eruzione del 79 d.C ha sommerso, con gli uomini e le case, anche un cantiere edile in piena attività, consegnandolo all’eternità.

Ciò che emoziona, a ogni nuova scoperta, è proprio l’effetto straniante del tempo sospeso, congelato per sempre. Le tecniche di costruzione sono le stesse usate per il Colosseo, la calce e gli schiavi, il tufo ed il piombo, il cemento impastato al sangue degli ultimi della terra; la piccola Pompei ci fa capire come funzionava la grande Roma. Un tuffo nella nostra memoria di pietra. 

Lo spot di Geolier 

Emanuele Palumbo, in arte Geolier, è (solo) un cantante. Fa l’artista, a molti piace, a molti altri no. Si esprime attraverso i suoi testi, il suo linguaggio, i suoi codici narrativi. Non è un guru (Dio ce ne scampi e liberi), non è un santone, non è nemmeno un educatore. L’educazione spetta ad altri. Ma le parole che ha pronunciato durante l’incontro con gli studenti a Scampia («Il mio più grande rimpianto è non aver studiato») sono il migliore spot per la scuola e l’università. E sinceramente sconcerta che un ateneo con le spalle robuste e ottocento anni di storia come la Federico II - un luogo dove si celebra, tutti i giorni, l’inclusività dei saperi - debba difendersi dall’accusa di aver dato voce al rapper consentendogli di raccontare la sua esperienza a chi aveva voglia di ascoltarla.

Lo schiaffo alle vittime 

Le sentenze non si commentano, ma gli schiaffi alle vittime sì. Ed è uno schiaffo alle vittime della Terra dei Fuochi la sentenza della Cassazione che ha cancellato - per i ritardi accumulati nella definizione del processo d’appello - la maxiconfisca di 200 milioni ai fratelli Pellini, già condannati per traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale, ritenuti responsabili dell’inquinamento di quella martoriata terra, che è Terra Nostra. È l’epilogo, assai triste, di una lunga battaglia giudiziaria: una battaglia di civiltà. Le lancette della storia restano ferme ai roghi, ai bambini morti di cancro, alle lacrime di una popolazione intera. «Oggi piango. Altro non so fare per non smarrire la mia dignità di uomo», le parole pronunciate dal parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, subito dopo la sentenza. 

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