Salerno: accoltellò il rivale in amore, 20enne condannato ad 11 anni

Un gesto premeditato per il gup

Salerno: accoltellò il rivale in amore, 20enne condannato ad 11 anni
di Viviana De Vita
Martedì 28 Febbraio 2023, 19:19 - Ultimo agg. 1 Marzo, 06:43
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Quando lo aggredì, colpendolo tre volte con un coltello, Dionigi Pio Carraturo, il 20enne di Pontecagnano finito in manette l’estate scorsa dopo aver accoltellato il rivale in amore nei pressi di uno stabilimento balneare della zona orientale della città, voleva uccidere quel coetaneo la cui unica “colpa” era quella di aver stretto una relazione con la sua ex fidanzata.

Un gesto premeditato per il gup Vincenzo Pellegrino che ha condannato l’imputato ad 11 anni di reclusione, 3 in più di quelli chiesti dal pubblico ministero al termine della sua requisitoria e nonostante lo sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato. A pesare sulla condanna è stata anche la recidiva, infraquinquennale, contestata all’imputato dagli inquirenti. La sentenza è arrivata nel pomeriggio di ieri dopo l’arringa difensiva. Il suo legale, l’avvocato Damiano Balestrieri, ha già preannunciato il ricorso in Appello: si punta alla derubricazione del reato di tentato omicidio doloso in lesioni gravissime. Questo perché, come affermato dal consulente tecnico della Procura, professor Alessandro Santurro, la vittima non è mai stata in pericolo di vita. Tentato omicidio, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, e stalking sono le ipotesi di reato contestate dalla Procura a carico del giovane finito in manette l’estate scorsa dopo essere stato rintracciato dagli inquirenti, che erano sulle sue tracce, a Roma dove il giovane si era recato per sottoporsi ad un intervento chirurgico alla mano: secondo la difesa dell’imputato quell’intervento si era reso necessario perché, nel corso della colluttazione, il 20enne – che ha sempre negato di essere armato di un coltello – aveva riportato un taglio al palmo della mano sinistra. 

L’episodio, oggetto del fascicolo, risale al 3 luglio scorso quando, intorno alle 23,30, nei pressi di uno dei lidi di via Leucosia a Mercatello, si sfiorò la tragedia. Carraturo non riusciva a darsi pace all’idea che la sua ex avesse stretto una relazione con un altro ragazzo per questo, secondo la tesi della Procura confermata integralmente ieri dal gup, quando quella sera uscì di casa era armato di un coltello e di un manganello.

Con quegli oggetti doveva consumare la sua vendetta: un regolamento di conti più volte preannunciato alla ex: «Se ti vedo a Pontecagnano, ti uccido, ti distruggo la vita. Uccido prima lui e poi te».

Quella sera Carraturo non era solo: la Procura non ha mai identificato il soggetto che “concorse moralmente” con l’imputato a quello che si configura come un vero e proprio agguato. Il 20enne di Pontecagnano avvistò il rivale in amore. Ne nacque subito una lite; Carraturo aggredì il suo coetaneo sferrandogli un pugno in pieno volto. Poi lo colpì con un manganello. Infine gli sferrò tre coltellate lacerandogli un’arteria. Il giovane finì in ospedale dove fu sottoposto a ben due delicati interventi chirurgici mentre Carraturo si diede alla macchia. Fu rintracciato a Roma una quindicina di giorni dopo in seguito alle indagini della squadra Mobile e alle testimonianze fornite dall’ex fidanzata perseguitata da tempo dal ragazzo che non riusciva a rassegnarsi alla fine della relazione. Il giovane rispondeva, infatti, anche dell’accusa di stalking: l’ipotesi di reato è aggravata dalla circostanza di aver commesso il fatto ai danni di una persona con la quale c’era stata una relazione affettiva.

Gli inquirenti hanno ricostruito il calvario della ragazza perseguitata dall’ex e costretta, per paura, a cambiare le proprie abitudini di vita. Telefonate, pedinamenti e minacce. L’ultima, andò in scena il giorno dell’agguato. Il 3 luglio Dionigi Pio Carraturo Carraturo telefonò alla ex e le preannunciò il suo proposito di vendetta andato poi realmente in scena quella sera stessa.

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