Salerno, gli studenti dell'Alfano I ricordano Antonio morto in uno schianto fatale a suon di musica

Gli studenti dell'Alfano I di Salerno ricordano Antonio Senatore morto in un incidente sabato notte a Cava de' Tirreni

Gli studenti dell'Alfano I ricordano Antonio Senatore
Gli studenti dell'Alfano I ricordano Antonio Senatore
di Monica Trotta
Martedì 26 Settembre 2023, 06:20
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La musica a fare da colonna sonora della mattinata, quella musica che Antonio Senatore amava tanto, su cui stava costruendo il suo futuro. E poi gli abbracci, le lacrime, il dolore stampato sul volto, ma anche la consapevolezza che Antonio sarà sempre in mezzo a loro. Ieri mattina compagni di scuola e docenti hanno voluto ricordarlo nella sua scuola, l’Alfano I, dove Il giovane morto sabato notte frequentava la quinta A del liceo musicale. «Antonio vive» era scritto sullo striscione dietro al quale hanno sfilato i suoi amici; «Ciao per sempre Antonio» si leggeva sui palloncini bianchi preparati apposta per la mattinata. Tanti i riferimenti a lui, alle sue due passioni, la musica e la Salernitana: il rullo del tamburo, uno degli strumenti che suonava e che studiava sia al liceo musicale che al Conservatorio; l’inno della Salernitana «Oltre il Novantesimo» alla cui realizzazione il giovane aveva dato il suo contributo artistico. «Antonio vive» era scritto sui tamburi, è stato urlato in coro dai ragazzi e dipinto a lettere cubitali sullo striscione e sulle magliette appesi al muro della sua classe. Un breve percorso quello del corteo degli amici partito alle 8.30 da una piazzetta vicino alla scuola e terminato nell’atrio dell’Alfano I dove un’insegnante ha fatto l’appello come una normale mattinata di scuola ed al nome di Antonio Senatore tutti hanno urlato «presente». 
I COMPAGNI 
Una comunità scolastica sconvolta quella dell’Alfano che ancora non crede a quello che è successo lungo la strada tra Cava e Vietri quando il diciottenne vietrese ha perso la vita mentre era a bordo del suo scooter. Il ricordo di Antonio è poi continuato nell’aula magna del liceo. Su una sedia una sua foto gigante ed un mazzo di fiori. «Ricordiamo un figlio che è partito troppo presto - ha detto la dirigente Elisabetta Barone - Lo ricordiamo e lo accompagniamo con la musica che diventa il linguaggio per parlare con il cielo». Poi i ricordi dolorosi e commoventi degli amici. «Come faremo senza i banchi usati come batteria come solo tu sapevi fare - ha detto Francesca - Ma sarai sempre con noi, pensaci da lassù, noi intanto prenderemo il diploma anche per te. E tutto quello che faremo sarà per te, ti vogliamo bene Totò». «Un dolore indescrivibile, con te sono morta anche io, sarai sempre con me ed io con te» ha aggiunto Maria Luisa che poi si è messa a cantare. «Un fatto sconvolgente, non ci diamo pace - ha detto Gerardo Sapere, insegnante di strumenti e percussioni all’Alfano I ed ideatore dell’ensamble Percussioniamo - Antonio era un ragazzo buono, educato. La sua è una famiglia perbene, ovunque andavamo il papà lo accompagnava. Un ricordo bellissimo è quando abbiamo suonato al Delle Arti per il venticinquesimo anniversario del Premio Charlot, Antonio è stato uno dei protagonisti. Fin da piccolo amava la batteria, ma suonava tutti gli strumenti a percussione. Lavorava già in tante orchestre, aveva tanti sogni. In sui onore abbiamo scritto una breve marcia per tamburi che sarà suonata durante il suo funerale».

La dirigente ha annunciato l’intitolazione ad Antonio di una delle aule di percussioni della scuola.

A fine giornata, ha commentato così la mattinata in ricordo del giovane musicista: «I ragazzi hanno dimostrato di essere straordinari. Sono onorata di presiedere una scuola come l’Alfano I. Come in altre occasioni mi sono trovata di fronte a maturità, compostezza nel dolore. In aula non volava una mosca, c’era un silenzio pieno di rispetto ad affetto e poi in tanti hanno parlato, raccontato, suonato, dato testimonianza ciascuno elaborando il dolore e condividendolo con gli altri. Mii piace pensare che Antonio era davvero con noi, ne percepivo la presenza nelle lacrime, nelle parole commosse di chi ha parlato. Eravamo in tanti, sono venuti anche gli amici del Conservatorio».

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