Maiori, testamento falsificato: assolti per la seconda volta i quattro imputati

Testamento falsificato a Maiori; assolti anche in Appello i quattro imputati tra cui un medico e un notaio

Aula di tribunale
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di Petronilla Carillo
Mercoledì 20 Settembre 2023, 06:45
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Assoluzione con formula piena perchè il fatto non sussiste. Lo hanno deciso, dopo 11 mesi di processo, i giudici della Corte d’Appello (presidente Cappiello) assolvendo di fatto un medico, un notaio e due testimoni dalle accuse di aver circuito un’anziana donna per intascare l’eredità. È la seconda assoluzione che gli imputati incassano, dopo quella di primo grado. Si tratta del medico Maurizio Coppola, del notaio Emilia D’Antonio e di due persone, dipendenti del notaio, che erano state accusate di aver testimoniato il falso, Rosa Ferraioli e Raffaele Mauri. Il medico era imputato per circonvenzione di incapace, appropriazione indebita oltre che per falso in atto pubblico in concorso con il notaio di Angri. I due testimoni dell’atto sono imputati per favoreggiamento. Nel collegio difensivo gli avvocati Lucio Basco, Francesco Matrone e Giulia Verdoliva. Le parti civili - i familiari della donna esclusi dall’asse ereditario - sono invece state assistite dall’avvocato Vincenzo Rispoli. I fatti contestati avvennero a Maiori nel 2015. I giudici di secondo grado, nel corso delprocedimento, hanno nominato un perito di ufficio per la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale limitatamente alla perizia medica depositata dagli indagati durante le indagini. Per il resto, la Corte di Appello non ha ritenuto necessaria la rinnovazione dell’istruttoria relativamente alle dichiarazioni rese dalle persone informate dei fatti, confermando l’intero compendio probatorio acquisito durante le indagini.
LE INDAGINI
Le indagini partirono dalla denuncia sporta dalla nipote della defunta. Secondo l’impianto accusatorio due notai, ai quali era stato in precedenza chiesto dal medico di redigere il testamento dell’anziana a suo favore, dopo aver fatto visita alla signora, si erano rifiutati di raccogliere le sue volontà testamentarie. Così il medico si rivolse alla D’Antonio che, invece, accettò. La professionista il 16 luglio del 2015 avrebbe attestato (secondo la procura falsamente) di aver ricevuto le ultime volontà dell’anziana. Anziana che, secondo quanto raccontato dalla sua badante, era da tempo cieca, immobile, spesso assente e incapace a tenere qualsiasi oggetto tra le mani. Ma non solo. Secondo quanto testimoniato proprio dalla badante dell’anziana, il notaio e i suoi testimoni non sarebbero mai andati a casa della signora perché lei dalle 20 alle 21 del 16 luglio del 2015 era presente in casa e la sua assistita non aveva ricevuto alcuna visita mentre l’atto risulta stipulato alle 20.10 di quel giorno. Anche la descrizione fatta della casa dal notaio era stata ritenuta falsa.

Tra notaio e medico, nel periodo in cui avrebbero dovuto essere insieme a casa della donna, ci sarebbe stata una «telefonata» poi rintracciata attraverso i tabulati e non giustificata dai due indagati. Ora queste ipotesi accusatore sono state smantellate per la seconda volta. Si attendono le motivazioni tra 90 giorni. 

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