Salerno, bimbo in fin di vita: terzo esame di laboratorio, spuntano lievi tracce di cocaina

Secondo i sanitari avrebbe avuto una esposizione lieve alla droga: i fratellini trasferiti in Casa famiglia

L'ospedale Santobono
L'ospedale Santobono
di Petronilla Carillo
Sabato 13 Gennaio 2024, 06:20 - Ultimo agg. 19:26
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Non migliorano le condizioni del bimbo di tre mesi trasportato al Santobono di Napoli dall’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona per meningite e sospetto ingerimento di cocaina. Il piccolo è ancora intubato e la prognosi resta riservata anche se non è entrato in uno stadio della malattia ritenuto irreversibile.

Intanto sono arrivati gli esiti della cromatografia eseguita sul bimbo per verificare se abbia o meno ingerito cocaina: gli esami, processati dall’azienda ospedaliera Vanvitelli, avrebbero fatto emergere la presenza di lievi tracce di sostanza stupefacente che rivelerebbe una esposizione molto bassa del piccolo all’inalazione. Ricordiamo che al Ruggi sono state fatte le analisi dell’urina e a Napoli quelle del sangue: diversi gli esiti, positivo nel primo caso e negativo nel secondo. Due le ipotesi dei medici riferite alla Procura di Salerno che ha un faro acceso sulla vicenda, delegando le indagini sull’accaduto alla Squadra mobile.

La prima è che la quantità di droga inalata dal piccolo (perché sembra che la cocaina sia stata fumata dai genitori quindi da lui respirata) potrebbe essere stata così ridotta da essere sparita nel giro di poche ore; la seconda è che qualche residuo sia rimasto addosso alla madre e ingerito dal piccolo magari quando è stato preso in braccio per essere portato in ospedale. Di sicuro il bimbo non è stato vaccinato contro la meningite. Sarebbe stato contagiato da un batterio, il Haemophilus influenzae, che prevede la prima dose di vaccino a 2 mesi, poi a sei mesi, e copre al 95% l’insorgere della malattia stessa. Il piccolo, secondo quanto raccontato dai genitori, entrambi tossicodipendenti e al momento non ancora indagati dalla Procura di Salerno, in attesa che sia confermata l’intossicazione da droga, avrebbe avuto assieme ai suoi tre fratellini (le età vanno dagli undici anni del maggiore ai tre mesi del più piccolo) il Covid. I genitori, così, si sarebbero «distratti» e avrebbero tardato a vaccinarlo. 
 

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Una famiglia borderline che era già attenzionata dal tribunale dei Minori proprio a causa dei precedenti dei genitori, entrambi tossicodipendenti. Dopo aver trascorso un periodo di disintossicazione in comunità, la coppia sembrava aver superato il problema relativo all’uso di cocaina. Ma, quattro-cinque mesi fa, entrambi ci sono ricaduti. Così il tribunale dei Minori ha iniziato a controllare l’andamento dei rapporti familiari. La coppia stava eseguendo dei lavori di ristrutturazione in casa e, per questo motivo, i figli più grandicelli vivevano da tempo con i nonni. Nessun particolare precedente a carico dei due se non una denuncia per guida senza patente per lui e qualche piccolo furto per lei. Ma gli episodi risalgono a diversi anni prima, sarebbero precedenti al loro ingresso in comunità. Ieri sono stati eseguiti i provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare degli altri bambini sono andati in una casa famiglia.

Madre e padre dei piccoli sarebbero distrutti per quanto accaduto. Sarebbero stati loro stessi, una volta arrivati al pronto soccorso del Ruggi l’altro giorno, ad autodenunciarsi ai sanitari come tossicodipendenti raccontando, nel dettaglio, quanto era accaduto ma negando di aver somministrato cocaina al proprio piccolo. Una «confessione» che sarebbe stata all’origine del provvedimento di allontanamento degli altri figli ma anche di supporto ai sanitari del Ruggi i quali si sono visti costretti a trasferire il piccolo in un ospedale pediatrico per le sue condizioni legate, appunto, solo alla meningite.

Sull’andamento del lavoro investigativo, al momento, c’è il più stretto riservo da parte dell’autorità giudiziaria essendo la questione abbastanza delicata ed essendosi, appunto, anche dei minori coinvolti.

La coppia, fin dal primo momento, è stata collaborativa per cercare di salvare il proprio bambino, raccontando quella che è la sua verità ora passata al vaglio degli uomini della Squadra mobile di Salerno.

Il racconto dei due genitori va verificato, anche alla luce delle indagini mediche sul piccolo. Ora verrà eseguito un nuovo esame tossicologico e soltanto questo risultato potrà chiarire meglio cosa sia realmente successo. Per il momento, comunque, il piccolo è in gravi condizioni per la meningite.

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