Salerno, così si riorganizza la nuova camorra silenziosa e autoctona

Le nuove dinamiche criminali sotto la lente di Procura e Dia

Forze della Dia
Forze della Dia
di Viviana De Vita
Venerdì 15 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo agg. 19:03
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Ridisegnare e aggiornare la mappa del fenomeno criminale a Salerno sforzandosi di raccogliere tutti i segnali “spia” di quelle dinamiche mafiose ancora troppo sommerse. È l’obiettivo della Procura di Salerno, che operando in sinergia con tutte le altre forze di polizia del territorio, non vuole sottovalutare in questa nuova analisi del panorama criminale locale, tipologie di reati apparentemente meno allarmanti e zone in cui sembra che non accada mai nulla ma dove, invece, la criminalità può essere silente e, per questo, ancora più pericolosa

«Il territorio di Salerno – si legge sul calendario presentato ieri presso la sezione operativa della Direzione Investigativa Antimafia dal tenente colonnello Fabio Gargiulo, dallo scorso luglio a capo della Dia di Salerno – è connotato da una disomogeneità socioeconomica che si riflette anche sulle caratteristiche strutturali e sulle dinamiche dei locali fenomeni criminali».

Ed è proprio il termine “locale” che la Procura e la sezione operativa della Dia di Salerno, vogliono porre sotto la lente di ingrandimento. Bisogna smettere di considerare la criminalità salernitana come qualcosa che arriva dall’esterno: la contiguità territoriale con gli ambienti malavitosi delle province di Napoli e Caserta va considerata più nel senso di “emulazione” che di trasmigrazione perché nessun clan va a fare la spesa a casa degli altri. La criminalità a Salerno è autoctona: i legami con i clan napoletani e salernitani esistono ma in termini di collusioni e contatti affaristici.

Nelle aree di confine con le province di Napoli e Caserta e in quelle a confine con la Calabria, gli ambienti malavitosi subiscono sì l’influenza degli storici sodalizi mafiosi campani e calabresi ma occorre superare questa visione di “storicizzazione” dei fenomeni mafiosi sul territorio salernitano: la camorra a Salerno presenta caratteristiche proprie che la discostano da quella napoletana e casertana. Il faro degli inquirenti è quindi puntato su nuovi “fenomeni spia” che devono essere inseriti in un sistema al fine di delineare nuove sacche di azione e di interesse da parte della criminalità organizzata.

I tempi cambiano e anche la camorra si adegua. Basta pensare agli incendi boschivi che, 20 anni fa, servivano a fare spazio a palazzi e ville abusive. Oggi bruciare è la “bonifica criminale” per eccellenza: si brucia per fare spazio a discariche e ad aree in cui si potrebbe stoccare di tutto, si brucia perché le agenzie private, che forniscono sicurezza e monitoraggio del territorio, vengano ingaggiate e preferite alla sicurezza pubblica, si brucia per un permesso edilizio non concesso. Chiunque voglia oggi esercitare un’azione di ricatto sa che con il fuoco può farlo. Ai classici settori da sempre sotto il faro degli inquirenti – spaccio, estorsioni, racket e appalti – se ne affiancano quindi altri così come alle zone da sempre nell’occhio del ciclone (Agro nocerino–sarnese e piana del Sele) se ne aggiungono altre dove la camorra è sommersa.

La Sezione Operativa di Salerno che fa del motto “parlare poco, apparire mai” il proprio slogan, opera quotidianamente e silenziosamente con i suoi 30 uomini e donne interforze a contrasto della criminalità organizzata. Un lavoro che non sempre emerge e per questo il Direttore della Dia, il generale Michele Carbone ha promosso tra gli strumenti di comunicazione, il ritorno, a distanza di 20 anni dalla sua ultima edizione, del calendario 2024, importante veicolo di comunicazione delle attività istituzionali che si prefigge l’obiettivo di dare risalto al nuovo assetto dell’Organismo interforze e ai rinnovati strumenti di cooperazione internazionale nel contrasto alle associazioni criminali di tipo mafioso. «La nuova organizzazione territoriale della Direzione Investigativa Antimafia e la proiezione internazionale», è il tema della pubblicazione che, attraverso didascalie e immagini, racconta le diverse attività presenti sull’interno territorio nazionale.

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