Pontecagnano Faiano: il coordinamento Mare libero diffida il comune per la proroga delle concessioni demaniali

Il coordinamento sta agendo in tutta Italia per garantire il mare libero ai cittadini e il rispetto delle direttive comunitarie

La spiaggia libera a Pontecagnano
La spiaggia libera a Pontecagnano
Martedì 16 Gennaio 2024, 18:46
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Il Coordinamento Nazionale Mare Libero APS (CoNaMaL) si è costituito a Firenze il 20 ottobre 2019, dalla volontà di cittadini, associazioni e comitati già attivi da anni in molti territori italiani, dal litorale romano al Cilento, dalla Versilia alla Riviera romagnola, uniti dal comune intento di liberare il mare e le spiagge e restituirli alla collettività.

Analogamente a quanto sta facendo nei confronti di tutti i comuni costieri italiani che abbiano previsto una nuova proroga delle concessioni balneari, il Coordinamento Nazionale Mare  Libero ha trasmesso in data 05/01/2024 una diffida formale al Comune di Pontecagnano Faiano  per chiedere il rispetto di quanto previsto dall’ordinamento eurounitario e dalla giurisprudenza nazionale ed europea: dichiarare cessati tutti i rapporti concessori che abbiano beneficiato di proroga, in quanto essa viola l’articolo 12 della nota direttiva Bolkestein,  che subordinano l’affidamento a privati di attività di interesse transfrontaliero certo all’espletamento di una procedura selettiva aperta, trasparente e imparziale.

Si diffida pertanto l’amministrazione comunale ad emanare i provvedimenti di competenza dello Sportello Unico per le Attività Produttive, dello Sportello Unico per l’Edilizia e del Settore amministrativo competente conseguenti all’attuale mancanza di titoli per esercitare attività sul demanio marittimo e ad ordinare lo sgombero immediato di tutte le opere di facile rimozione; si chiede, poi, all’Agenzia del Demanio e alla Guardia Costiera di avviare l'incameramento delle opere di non facile rimozione, come previsto dall’art. 49 del Codice della Navigazione, ferma restando la facoltà in capo al Comune (di cui Mare Libero auspica voglia avvalersi) di ordinarne, invece, la demolizione che, come previsto dal medesimo articolo, deve essere effettuata a spese del concessionario uscente.

Il testo è stato trasmesso per conoscenza alle procure ordinaria e della corte dei conti, affinché possano valutare l’esistenza dei presupposti che possano condurre ad eventuali conseguenze civili, penali, amministrative ed erariali in capo agli organi politici e ai settori tecnici dell’amministrazione comunale, in quanto più volte il Consiglio di Stato ha  sottolineato la responsabilità dei funzionari amministrativi nel dare diretta applicazione alle norme dell’Ordinamento eurounitario, anche disapplicando le norme nazionali con esso contrastanti, incluso il caso in cui il contrasto riguardi una direttiva self-executing.

«Se il Comune non darà seguito a quanto richiesto - si legge in una nota - il Coordinamento è pronto a ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale, contro una misura che, nel violare i principi di concorrenza legati all’affidamento a privati di un bene pubblico, per di più di natura demaniale, lede in realtà in primo luogo i diritti dei bagnanti a poter fruire di un servizio erogato da un soggetto individuato a valle di una selezione realmente imparziale, che garantisca prezzi vantaggiosi e massima qualità.

La gestione perpetua delle spiagge ha portato ad un eccessivo potere contrattuale delle categorie di impresa balneare nei confronti di una classe politica sempre più debole, che si è rivelata nel complesso incapace di stabilire la supremazia sugli interessi parziali di categoria dei diritti dei cittadini-bagnanti, dei lavoratori del settore (troppo spesso sfruttati) e dell’esigenza di tutela dell’ecosistema spiaggia, fin troppo deturpato dall’impatto umano, che sta mettendo sempre più a rischio la capacità della spiaggia di costituire un confine naturale, capace difenderci naturalmente dall’innalzamento del livello del mare e dai cambiamenti climatici>.

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