Cava de' Tirreni, dopo gli scontri-contestazione a Salvini imposto a tre giovani di fare volontariato

Le contestazioni che videro scontri anche con la polizia avvennero nel 2020 a Cava de' Iirreni in occasione di un comizio elettorale per le Regionali

Le contestazioni a Matteo Salvini
Le contestazioni a Matteo Salvini
di Nicola Sorrentino
Domenica 17 Marzo 2024, 06:00
3 Minuti di Lettura

Lancio di bottiglie di plastica, oggetti (come una sedia), accensione di un candelotto e calci nei confronti delle forze di polizia. Tre giovani di Cava de' Tirreni svolgeranno volontariato per estinguere il reato, contestato dalla Procura di Nocera Inferiore per quanto accaduto il 26 agosto 2020, a Cava de' Tirreni, durante un comizio elettorale tenuto dall'attuale ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini. Il segretario della Lega Nord arrivò a Cava per incontrare sostenitori e simpatizzati, nell'ambito del tour che stava effettuando nel salernitano per le elezioni regionali. Per i tre imputati - assistiti dai legali Arturo Della Monica e Roberto Lanzi - il Gip ha accolto la messa alla prova, della durata di otto mesi. Per i tre imputati, dunque, la possibilità di evitare il processo svolgendo lavori di pubblica utilità presso associazioni del territorio. Le accuse maggiori - 17 gli imputati in totale, a loro volta divisi in diversi procedimenti - riguardavano il reato di radunata sediziosa, l'articolo del codice penale che si contesta a chi fomenta o promuove una rivolta. Altri sei, invece, rispondono di resistenza a pubblico ufficiale. Quel giorno, circa 300 persone si dotarono di striscioni e oggetti che avrebbero generato disturbo o suoni molesti, come pentole, coperchi, tamburelli e una cassa amplificatore. L'incontro di propaganda elettorale fu inoltre "turbato" - secondo informative di polizia - anche dall'accensione di un candelotto fumogeno. Tra gli imputati ci sono anche delle donne, oltre che giovani e adulti. Diversi momenti di tensione si registrarono quando la polizia intervenne in piazza Vittorio Emanuele III, allo scopo di fermare una carica di manifestanti, che tentò di avvicinarsi alla postazione dove Matteo Salvini stava tenendo il suo comizio. Video e fotografie ripresero alcuni dei coinvolti lanciare inoltre bottiglie di plastica ed una sedia, poi vi fu l'aggressione con calci nei confronti degli agenti di polizia presenti. La forza pubblica infatti si trovava schierata in prossimità del palco, riuscendo ad evitare lo sfondamento da parte di un gruppo nutrito di persone.

Tra gli imputati c'è chi ha scelto riti alternativi, mentre per il resto vi sarà probabilmente la medesima richiesta di messa in prova. Secondo quanto raccolto dalle indagini, la polizia contò almeno seicento persone presenti quel giorno. Il lavoro di identificazione di tutti quelli che avrebbero assunto atteggiamenti violenti fu reso possibile dall'analisi di diversi video e attività di polizia giudiziaria, svolta durante e al termine del comizio elettorale. Per i primi tre imputati ci sarà dunque un percorso lungo otto mesi da seguire, per evitare il processo. In caso di mancato rispetto delle prescrizioni del tribunale, affronteranno il dibattimento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA