È ancora in gravi condizioni il bambino di undici giorni ricoverato nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Nocera Inferiore. Soffre di una grave forma di bronchiolite ed è risultato positivo al Covid. Il neonato è figlio di una giovane coppia della provincia di Napoli. Era nato all’ospedale di Frattamaggiore. Martedì sera la mamma del piccolo aveva notato che respirava con difficoltà. Il papà decide di chiamare un’ambulanza del servizio di emergenza 118. Il mezzo di soccorso ha preso la strada dell’ospedale Santobono di Napoli, struttura con un reparto di Terapia intensiva neonatale. Poi la doccia fredda, «non ci sono posti». Inizia la ricerca di un ospedale in grado di assistere il bambino, c’è Nocera che ha attrezzato un reparto nella Tin dedicato all’emergenza bronchiolite. Dopo un’ora l’ambulanza è davanti all’Umberto I. Il bambino è grave, viene subito ricoverato, per aiutarlo a respirare è necessario intubarlo. La mattina dopo viene anche effettuato un tampone molecolare, la notte non è possibile processarlo. Si scopre che è positivo al Covid. I medici dovrebbero trasferirlo al Monaldi di Napoli, il reparto Tin dell’Umberto I infatti, non è riconosciuto per l’assistenza ai neonati affetti da Covid. Ma anche il Monaldi non ha posti letto. Si decide di tenerlo in reparto adottando tutte le opportune misure di sicurezza.
«Non è la prima volta – racconta un medico della Tin – che da altre strutture più complesse ci inviano bambini in gravi condizioni.
Terapia intensiva neonatale e pediatria dell’Umberto I da tempo aspirano ad avere più spazi e attrezzature. Spesso sono i genitori dei bambini, in particolare i prematuri, che con donazioni e collette regalano strumenti per migliorarne la dotazione. C’è poi un dato in controtendenza che riguarda ostetricia, entro la fine dell’anno sarà raggiunta la quota di 1. 500 parti. L’ospedale di Sarno, invece, per il terzo anno consecutivo non dovrebbe superare le 500 nascite, questo provocherebbe la chiusura del reparto. «I numeri del nostro ospedale sono in continua crescita, peccato che chi gestisce la sanità non ne tiene conto», ha detto con una nota polemica un sanitario della Tin.