Campania, non vede il figlio
da novembre: «Voglio fare il padre»

Campania, non vede il figlio da novembre: «Voglio fare il padre»
di Viviana De Vita
Venerdì 19 Marzo 2021, 06:05 - Ultimo agg. 09:29
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Un rapporto difficile con la ex, naufragato prima ancora della nascita del bambino. Denunce reciproche conclusesi con un divieto di avvicinamento – revocato lo scorso novembre – dell’uomo alla donna e un procedimento penale per stalking, ancora tutto da dimostrare. E’ cominciato così il calvario per Antonio M., giovane padre di Vietri sul Mare, che non riesce a vedersi riconosciuto il suo diritto di essere genitore. Anche quella di oggi per lui sarà una giornata triste, senza il suo bambino, di soli due anni, che ha visto l’ultima volta lo scorso novembre, nello studio del consulente tecnico della Procura, nel corso di un incontro voluto dal tribunale che dovrà disciplinare il diritto di visita tra padre e figlio. 


IL GRIDO DISPERATO
«Io e la madre del bambino – spiega Antonio rappresentato dagli avvocati Carla Maresca e Simona Pacileo – non siamo sposati e non abbiamo mai nemmeno convissuto. Dal nostro rapporto è nato un bambino che io ho immediatamente riconosciuto non chiedendo altro che poter fare il padre. All’inizio ho visto mio figlio abbastanza regolarmente ma, improvvisamente, le cose sono precipitate. Nel settembre 2019, due giorni prima dell’inizio dell’anno scolastico, la madre del bimbo, a mia insaputa, ha iscritto mio figlio in un’altra scuola: l’ho contattata immediatamente perché non volevo perdermi il primo giorno di scuola di mio figlio. Così mi sono precipitato a casa sua ma, la mia ex, mi ha aggredito.

Io l’ho denunciata e lei lo ha fatto a sua volta».


IL DIVIETO E LA SCOPERTA
Proprio in seguito a quella denuncia l’uomo è raggiunto da un divieto di avvicinamento alla sua ex. Lui, però, non ce la fa a stare lontano dal suo bambino così decide di presentarsi davanti alla scuola frequentata dal piccolo, tutti i giorni prima del trillo della campanella d’uscita. Parla con le insegnanti e scopre una cosa assurda: nei documenti presentati in segreteria lui non figura nemmeno. Chiarita la situazione, ad Antonio viene concesso di trascorrere qualche minuto con il bambino ogni giorno a fine lezioni sempre in presenza di personale scolastico. Anche questi «incontri rubati» danno però fastidio alla ex che comincia a chiamare i carabinieri ogni volta che vede l’uomo davanti alla scuola. «Decisi di rinunciare a quegli incontri e di aspettare la sentenza del tribunale». E’ l’ottobre 2019, da allora Antonio ha visto suo figlio solo una volta, nello studio del consulente. «Prima della pandemia avrei dovuto vederlo tre volte a settimana: poi, però, con l’emergenza sanitaria è saltato tutto e sono stato autorizzato a degli incontri da remoto: 20 minuti, tre volte a settimana. Il mio bambino, però, è troppo piccolo per una videochiamata e, a quegli incontri, resi ancora più complicati dalla presenza della mia ex, sono stato io stesso a voler rinunciare per il bene del bambino». 

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