Vertenza Fos di Battipaglia, il futuro nelle mani del governo: «Tavolo di crisi attivato»

La soddisfazione dei dipendenti e organizzazioni sindacali: «Segnale concreto di interesse». E Iannone ringrazia il ministro

La manifestazione a Roma
La manifestazione a Roma
di Marco Di Bello
Mercoledì 15 Novembre 2023, 07:00
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La vertenza Prysmian Fos, che coinvolge circa 300 famiglie di Battipaglia, entra in una fase cruciale. Ieri pomeriggio l’incontro programmato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Le organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl, e Uiltec Uil nazionali hanno richiesto e ottenuto l’apertura di un tavolo di crisi, un segnale di concreto impegno da parte del governo.

«Il Ministero ha ascoltato le nostre richieste per garantire un futuro produttivo e occupazionale al sito - ha dichiarato Elena Petrosino, segretaria nazionale della Filctem Cgil - sottolineando l’importanza strategica dello stabilimento». Il senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, ha espresso il suo apprezzamento per l’azione del governo Meloni, riconoscendo il ruolo decisivo del ministro Urso e del sottosegretario Bergamotto: «Il governo cerca di rimediare alla colpevole mancanza di chi ha governato fino a settembre 2022», ha affermato Iannone, ponendo l’accento sulla necessità di un cambio di direzione rispetto alle politiche dei governi precedenti. Il 23 novembre è prevista l’istituzione di un tavolo tecnico, volto a riesaminare le specifiche per i provider Open Fiber e Tim nell’ambito dei bandi Pnrr. Questa mossa è vista come un passo avanti decisivo per la salvaguardia dell’impianto e dei lavoratori. Fabio Fumagalli, coordinatore nazionale Filctem per Prysmian, ha espresso gratitudine: «Ringraziamo tutti i lavoratori che hanno partecipato al presidio sotto il Mimit e le Rsu, nonché la Cgil nazionale per il sostegno dato». 

In questo contesto di rinnovato impegno e attenzione, la situazione della Prysmian Fos non è solo una questione di un singolo stabilimento ma diventa simbolo di una più ampia battaglia sul futuro dell’industria e del lavoro di qualità in Italia. Le prossime settimane saranno cruciali per definire le sorti di uno dei pilastri dell’innovazione tecnologica italiana. La vicenda ha preso inizio lo scorso 14 settembre, quando la società, a causa della mancanza di commesse, comunicava ai lavoratori la decisione di adottare la cassa integrazione per tredici settimane. Immediata la protesta dei lavoratori, che, dopo una battaglia durata quasi due mesi, hanno ottenuto alcune concessioni. Per esempio, la possibilità di prevedere un principio di rotazione dei lavoratori.

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Ciononostante, non è calata l’attenzione sulla situazione. I lavoratori hanno manifestato preoccupazione per le scelte di politica industriale. Coi fondi necessari alla digitalizzazione del paese, a differenza che in Francia, è stato dato libero accesso anche alla fibra cinese, che ha messo in seria crisi il comparto

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