Più sicurezza nella Torre della procura e nella cittadella giudiziaria. A chiederlo, l'Associazione Nazionale Magistrati – Distretto di Salerno - che in una nota a firma della giunta distrettuale, presieduta da Maria Zambrano, «esprime forte preoccupazione per l'episodio accaduto qualche settimana fa, allorquando un indagato, sottoposto peraltro a misura cautelare, accedeva liberamente alla Cittadella e si addentrava nella Torre della Procura fino a giungere all’ingresso della stanza del sostituto procuratore titolare del procedimento iscritto nei suoi confronti per chiedere minacciosamente di parlare con lui; solo per mera casualità determinata peraltro da ragioni di servizio, il magistrato non era nella sua stanza e, avvertito da una collaboratrice, riusciva a mettersi in contatto con la polizia giudiziaria, che rintracciava detto individuo mentre circolava indisturbato all'interno della Cittadella Giudiziaria». Il fatto sarebbe accaduto qualche settimana fa e la persona bloccata è lo stesso soggetto che, a distanza di poche ore, era prima andato presso la televisione salernitana Telecolore e poi presso un istituto bancario in piazza portanova avanzando pretes erelativamente ad alcune dichiarazioni da rilasciare sulla Salernitana e un 'operazione da svolgere per conto di alcuni parenti.
«È doveroso - si legge ancora nella nota dell'Anm - l’invito ad una profonda riflessione sui livelli di vigilanza e sicurezza della Cittadella Giudiziaria, da compiersi prima che casi come questi possano ripetersi con effetti molto più gravi, come accaduto in altri Palazzi di Giustizia; è doveroso richiedere, quindi, che siano predisposti sistemi di sicurezza più efficaci negli uffici più delicati (come la Procura della Repubblica, l’Ufficio del GIP e del GUP, la Sezione esecuzione e fallimenti, la Sezione famiglia, le cui criticità sono segnalate dai colleghi, essendo di fatto accessibili dall’utenza senza particolari difficoltà) ma in generale a presidio delle aule di udienza, delle camere di consiglio e delle stanze dei singoli magistrati al fine di eliminare ogni rischio per la incolumità di giudici e pubblici ministeri ivi in servizio».
«Il presente documento, approvato all’unanimità dalla Giunta distrettuale - si legge ancora nella nota - viene trasmesso al Procuratore Generale presso la Corte di Appello per le eventuali determinazioni di competenza, e per conoscenza alla Presidente della Corte di Appello ed al Presidente del Tribunale».