La mappa del rischio: dall'Amalfitana alla Mingardina, le tragedie annunciate

La mappa del rischio: dall'Amalfitana alla Mingardina, le tragedie annunciate
di Mario Amodio Antonio Vuolo
Martedì 11 Agosto 2015, 22:26 - Ultimo agg. 12 Agosto, 08:13
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SALERNO - Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è un territorio molto fragile sotto il profilo idrogeologico. A testimoniarlo le numerose frane che, soprattutto negli ultimi anni, hanno colpito sia l’entroterra che la costa. Così come sono numerosi gli episodi di massi, grandi e piccoli, che si sono staccati dalle pareti rocciose e sono piovuti sulla strada. Mai però in passato si è verificata una tragedia come quella tra la notte di lunedì e martedì, quando un masso staccatosi dalla roccia sovrastante la storica discoteca “Ciclope” di Marina di Camerota ha ucciso il 27enne napoletano Crescenzo Della Ragione.

Tuttavia, la strada Mingardina, che consente di raggiungere Marina di Camerota e Palinuro, è stata più volte interessata dalla caduta di massi. Infatti, è stata anche chiusa diverse volte. Una tragedia la si era già sfiorata lo scorso mese di maggio quando un automobilista si è ritrovato improvvisamente un masso davanti alla propria auto, tanto da sbandare e finire contro il muro di limitazione della corsia. Il conducente ne uscì illeso. Altro caso emblematico è quello capitato qualche anno fa a tre ragazze che stavano andando a ballare proprio al Ciclope. In quell’occasione, alcuni frammenti rocciosi caddero sulla loro auto. Fortunatamente, le tre giovanissime ne uscirono illese.

La Mingardina non è l’unica strada pericolosa. Altro tratto, molto temuto dagli automobilisti, è quello delle Ripe Rosse di Montecorice, lungo l’ex ss 267 Via del Mare. Il maltempo ha più volte causato la caduta sulla strada di massi e grossi alberi. Fortunatamente, non si sono registrati mai episodi gravi. Sta di fatto che la rete metallica di protezione, logorata dagli anni e dalla caduta delle pietre, andrebbe sostituita. Spostandoci nell’entroterra, ci sono altri casi di tragedie sfiorate. Il caso più eclatante è quello verificatosi lo scorso gennaio sulla statale 166 degli Alburni, tra San Rufo e Roscigno. Enormi massi sono caduti sulla strada e solo per un caso fortuito non ci sono state conseguenze ben più tragiche per gli automobilisti in transito. Tante storie di una tragedia annunciata, quella che purtroppo ha stroncato la vita al 27enne napoletano.

Storie che si ripropongono lungo l’altra costa salernitana, quella Costiera amalfitana che ha anche pagato un tributo di morte alla fragilità del territorio. Non un masso ma un’alluvione costò la vita nel 2010 ad Atrani alla giovane Francesca Mansi. Tanti, troppi, i precedenti di piccoli e grossi smottamenti da venti anni anni a questa parte. Mai però gravi quanto quello che nel gennaio 2010 distrusse l’ingresso del ristorante alle porte di Atrani provocando la morte dello chef Carmine Abate. Per quella tragedia il gip ha fissato per il 15 settembre prossimo l’udienza preliminare. A doversi difendere dall’accusa di omicidio colposo sono in dieci tra proprietari, gestori e tecnici.





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