In sella alla bici dopo il lockdown:
«300 chilometri per raggiungere la mia Rosie»

In sella alla bici dopo il lockdown: «300 chilometri per raggiungere la mia Rosie»
di Lara Adinolfi
Domenica 21 Giugno 2020, 06:55 - Ultimo agg. 09:34
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Una storia d’amore lunga oltre trecento chilometri, la distanza che separa la Costa d’Amalfi da Roma. Ancora di più se, per ricongiungersi con la propria amata, si copre quest’intervallo in bicicletta. Il protagonista dell’impresa ciclopica è un ragazzo di Tramonti, Giovanni De Rosa, che aveva promesso alla sua Rosie di raggiungerla nella capitale in bici. E così, non appena si sono aperti i «confini regionali» per la fine del lockdown, Giovanni è partito in sella verso la città eterna documentando tutte le tappe via social. «Alla fine l’ho fatto per davvero – sottolinea - ho lasciato casa, armato del mio equipaggiamento da cicloviaggio. Pedalata mattutina in Costa con scenari che mi hanno suggerito nuovi punti di vista. Quanto è stupendo sentirsi nuovamente così liberi di vivere esperienze simili. È tempo di ricongiungersi con la mia piccola Rosie».

Attraverso le stories del suo profilo Instagram ed i post su Facebook, Giovanni ha tracciato il suo diario di viaggio. A piccoli passi, l’indomito ragazzo si avvicina, pedalata dopo pedalata, alla sua bella. «Nel secondo giorno - argomenta - c’è già il sentirsi parte di un’avventura semplice e piena. In questo vortice di sensazioni i 70 chilometri di oggi non pesano ma rendono più leggera la mente. Così, partito da Benevento, son passato tra Solopaca, Telese e Alife. La giornata mi ha regalato dettagli che mi hanno ricordato quanto sia bello e unico il viaggiare lenti». 

Tutto fa parte del gioco, anche un cambio meteorologico all’orizzonte al terzo giorno di viaggio. «Neanche il tempo di arrivare a Venafro e già mi ero già beccato qualche acquazzone - ricorda - Poi dritto verso Cassino. Solitudine pura finché non è arrivato giù il diluvio universale. Gli ultimi 20 chilometri sono stati duri, pieni di saliscendi tra San Vittore e Cervaro. Non ho mai maledetto il tempaccio perché fa parte del gioco della vita. La vita è un continuo divenire e non bisogna farsi sfuggire neanche un attimo del proprio tempo. Che sia bello o che sia brutto».
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