A Salerno Una strada per Attanasio: «Un’eredità per i giovani»

«Siamo stati ben lieti di intitolare un largo a Luca Attanasio dove passano tanti studenti in modo che, passando di là, possano pensare alla pace»

La cerimonia
La cerimonia
di Giovanna Di Giorgio
Domenica 25 Febbraio 2024, 07:00
3 Minuti di Lettura

«Una bellissima iniziativa, una manifestazione sobria ma piena di emozioni, perché intitolare quel largo, una bellissima rotonda, a Luca nelle vicinanze di un comprensorio scolastico è molto significativo. L’eredità di Luca è per i giovani». È commosso Salvatore Attanasio, così come sua moglie Alida. Da ieri mattina, la rotonda all’incrocio tra via dei Mille, via Rocco Cocchia, via Lazzarelli e via Verrengia è intitolata al loro giovane figlio «ambasciatore costruttore di pace». Ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio fu ucciso il 22 febbraio del 2021 in un agguato insieme al carabiniere che gli faceva da scorta, Vittorio Iacovacci, e all’autista del Programma alimentare mondiale, Mustapha Milambo. «Siamo stati ben lieti di intitolare un largo a Luca Attanasio dove passano tanti studenti – spiega la vice sindaca Paky Memoli - In modo che, passando di là, possano pensare alla pace, alla non violenza, al valore della vita che Luca ha perso per la pace».

Del resto, Salvatore Attanasio non ha dubbi: «L’eredità morale di Luca, i suoi valori di libertà, giustizia e solidarietà, punti fermi della sua vita, sono un testimone che ha lasciato ai giovai. È come una staffetta che i giovani devono raccogliere e proseguire nel solco che lui ha tracciato. È attraverso questi valori che si può raggiungere la pace, di cui Luca era convintissimo». A confermarlo è anche la madre di Luca Attanasio: «Il nostro obiettivo è quello di far conoscere la vita di Luca ai ragazzi. È una presenza di speranza per loro perché nel mondo ci sarà pace solo quando ci sarà giustizia. I ragazzi devono crescere in questi valori».

Con la vice sindaca, presenti Lola Tonin, presidente di Sos Solitarietà, Angelo Melone, Console onorario del Congo, il parroco di Albanella padre Sebastian, Alberto Corbino, presidente della Fondazione Cariello. Non manca, però, l’amarezza per quanto accaduto nel procedimento giudiziario, con il gup di Roma ha disposto il non luogo a procedere, e l’assenza dello Stato italiano: «Lo Stato? Dobbiamo chiedere a “Chi l’ha visto?” – commenta Salvatore Attanasio - Nelle udienze preliminari, a Roma, con sorpresa non si è presentato, lasciando una grande amarezza perché Luca rappresentava tutti noi in Congo, rappresentava l’Italia».

Video

E conclude: «Definisco Luca uomo giusto in attesa di giustizia. Ci sono in Italia moltissimi giardini dei giusti che gli hanno dedicato una stele, un albero, un ricordo». Dopo la cerimonia di intitolazione, ai genitori dell’ambasciatore è stata consegnata una targa all’Ordine dei medici di Salerno.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA