Crisi di vocazioni? Non a Salerno
numeri record, come a Milano

Crisi di vocazioni? Non a Salerno numeri record, come a Milano
di Giuseppe Pecorelli
Giovedì 2 Marzo 2017, 08:00 - Ultimo agg. 08:12
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SALRNO - Scarsa presenza alla messa domenicale, mancato coinvolgimento nella vita delle comunità parrocchiali, diffuso relativismo etico, conoscenza limitata del catechismo della chiesa cattolica e poca pratica dei suoi precetti. Non c’è indagine statistica specifica che non fotografi l’allontanamento dei giovani dalla Chiesa, spesso erroneamente confusa con il solo clero. Per questo, un anno fa, ha destato non poca sorpresa conoscere il numero di seminaristi che l’arcivescovo Luigi Moretti ha ammesso al sacro ordine in una celebrazione presieduta nella cappella del Seminario metropolitano Giovanni Paolo II di Pontecagnano. Erano ben venti, 17 della diocesi di Salerno-Campagna-Acerno, due di Vallo della Lucania e uno di Teggiano-Policastro. Un numero record. È il caso di definirlo un vero e proprio miracolo. Quella, alla fine del terzo anno di studi, era la prima tappa importante verso il sacerdozio.

Questa sera, alle 18.30, ancora nella cappella del Seminario, monsignor Moretti conferirà a 17 di quegli stessi giovani il ministero del lettorato e a tre il ministero dell’accolitato. È una tappa ulteriore verso l’ordinazione presbiterale: il lettore proclama le letture all’assemblea liturgica e accompagna i fedeli nella comprensione della Parola di Dio; l’accolito aiuta il celebrante o il diacono durante le celebrazioni liturgiche. È passato un anno, ma nessuno dei seminaristi ha interrotto il proprio cammino verso la realizzazione della propria vocazione. Erano venti e restano venti. Si tratta di Alfonso Basile, Emmanuel Castaldi, Antonio Costantino, Agostino D’Elia, Umberto D’Incecco, Carmine De Angelis, Ferdinando De Angelis, Roberto De Angelis, Bartolomeo De Filippis, Antonio De Marco, Antonio Del Mese, Antonio Di Arienzo, Emanuele Ferraro, Giovanni Galluzzo, Emmanuel Intartaglia, Raffaele Mazzocca, Francesco Mongiello, Giuseppe Roca, Giuseppe Sessa e Orlando Viggianiello.
 
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