Salerno, i dati Unioncamere sul 2023: nascono meno imprese ma l’economia è in attivo

Andrea Prete, presidente della Camera di Commercio di Salerno: trend peggiore negli ultimi 15 anni

Andrea Prete
Andrea Prete
di Nico Casale
Mercoledì 14 Febbraio 2024, 06:10
4 Minuti di Lettura

Con un saldo attivo di 572 unità si è chiuso il bilancio imprenditoriale dello scorso anno in provincia di Salerno. Infatti, secondo le elaborazioni dei dati Infocamere effettuate dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Salerno, nel 2023, si registrano 5mila 507 aperture e 4mila 935 chiusure di attività, portando così la consistenza del sistema imprenditoriale salernitano a 121mila 077 imprese registrate al 31 dicembre 2023. In termini percentuali, l’incremento annuale è stato dello 0,47%, che risulta un po’ inferiore rispetto a quanto registrato a fine 2022 (+0,64%). Ma, il dato sulle nuove imprese iscritte in provincia nel 2023 (5mila 507) rappresenta uno dei peggiori risultati degli ultimi anni.

L’ANALISI

«Dobbiamo, purtroppo, prendere atto – osserva il presidente della Camera di Commercio di Salerno e di Unioncamere, Andrea Prete - che, negli ultimi quindici anni, è il dato di iscrizioni più basso che abbiamo avuto. Cioè, se partiamo dal 2008, le 5.507 nuove iscrizioni nel 2023 è il dato più basso. Al contempo, si sono ridotte anche le cessazioni e, perciò, il saldo rimane positivo». Dall’approfondita analisi per settori effettuata dall’Ufficio Studi dell’Ente camerale salernitano emerge, poi, che, lo scorso anno, hanno il segno più le costruzioni (0,73%), le attività turistiche (2,16%) e i servizi. Al contempo, risultano in calo il settore agricolo (-1,36%), le attività manifatturiere (-0,33%) e quelle commerciali (-0,79%). Il presidente Prete segnala, infatti, tra le altre cose, «una contrazione significativa nel settore dell’agricoltura». E spiega: «Pensando ad appena cinque anni fa, il 22% delle imprese nate nel 2018 erano legate all’agricoltura; oggi sono la metà, l’11%». Quanto alle costruzioni, il presidente della Camera di Commercio rileva che, «certamente, l’incremento è stato dovuto anche alle misure che, in qualche maniera, hanno favorito il settore negli ultimi anni».

IL FOCUS

Capitolo commercio. Prete, premettendo che «è vero che c’è una certa stazionarietà, anzi c’è un leggero calo», sottolinea che «sappiamo bene che il commercio presenta anche delle chiusure che sono legate al non prosieguo delle attività per molti; quindi, un ricambio generazionale che non si è compiuto». Poi, «abbiamo sempre la questione dell’e-commerce che prende piede», rammenta il leader del Sistema camerale italiano, richiamando, nell’ambito del commercio, l’abbigliamento, «dove abbiamo avuto delle notevoli contrazioni anche a livello nazionale». «Il commercio – analizza - sta subendo, più di tutti gli altri comparti, le nuove modalità di acquisto, soprattutto quelle effettuate dai giovani. Più i giovani diventano grandi e gli anziani smettono di essere consumatori, più i negozi di vicinato hanno e avranno dei problemi». Nel frattempo, «fa ben sperare l’aspetto del turismo e ci auguriamo che, con il futuro aeroporto, le aziende del turismo possano crescere ulteriormente».

LO SCENARIO

I settori in cui andranno a operare le nuove imprese che si sono iscritte lo scorso anno alla Camera di Commercio sono, per lo più, il commercio (28%); seguono il settore servizi alle imprese (il 17% delle iscrizioni totali classificate), il turismo (13%) e le costruzioni (12%). Guardando all’andamento per forme giuridiche, questo - si legge nell’analisi della Camera di Commercio di Salerno - conferma il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale, con la crescita delle società di capitali della provincia: nell’ultimo anno sono aumentate di 1.323 unità, con un tasso di crescita del +3,46%. In crescita, seppur modesta, anche le altre forme (+33; +0,56%).

Registra, invece, un risultato negativo l'andamento delle società di persone (-152; -1,15%) e delle imprese individuali (-632; -0,99%). «Per il 2023 – precisa Prete - va segnalato, inoltre, che, oltre alle 4.935 cessazioni, abbiamo avuto altre 873 cessazioni che la Camera di Commercio dispone in via amministrativa, definite d’ufficio. Si tratta di imprese inattive da anni, che vengono cancellate a conclusione di un articolato iter».