Nunzia, uccisa dal marito: la figlia
vuole deporre in aula contro il padre

Nunzia, uccisa dal marito: la figlia vuole deporre in aula contro il padre
di Simona Chiariello
Lunedì 8 Giugno 2020, 06:55 - Ultimo agg. 07:17
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Chiediamo che vengano confermati i 30 anni di carcere. I consulenti, che hanno formulato la perizia pschiatrica, hanno riferito all’unanimità che mio cognato era in grado di intendere e di volere il giorno del delitto ed è in grado di interagire nel procedimento penale per il quale è sotto processo. Mia nipote Marika vorrebbe essere in aula per dire sotto gli occhi del padre quello che faceva a loro e alla mamma». A parlare è Gianni Maiorano, il fratello di Nunzia, la donna uccisa dal marito Salvatore Siani, il 22 gennaio del 2018 con 47 coltellate. Questa mattina è attesa l’udienza che potrebbe portare alla sentenza di Appello per l’uomo che massacrò sua moglie davanti al figlio di appena cinque anni. 

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«La famiglia Maiorano confida nella giustizia - ribadisce Gianni - per rispetto verso Nunzia e tutte le donne vittime di femminicidio oltre che per i figli di Nunzia». Due maschi di 17 anni e 7 anni e una ragazzina, oggi dodicenne. «La figlia Marika vorrebbe partecipare all’udienza per poter “apostrofare” il padre e dire chi era e come si comportava in casa verso i figli e verso la mamma. È molto arrabbiata e delusa. Oggi vive in una famiglia dove  sia lei che il fratellino vengono ascoltati e presi in considerazione. Sono stati affidati a mio fratello e mia cognata, che vengono visti come i loro genitori. Vivono una vita tranquilla, quanto possibile serena». 

L’ITER
In primo grado l’uomo è stato condannato a trenta anni di carcere, alla vigilia dell’Appello è saltata fuori una nuova, inquietante accusa: corruzione di minori. Un’ipotesi di reato per il quale è iniziato lo scorso 6 febbraio presso il Tribunale di Nocera Inferiore. Secondo l’accusa l’uomo avrebbe fatto pressione sul primogenito, spingendolo ad assumere comportamenti punibili dalla legge nei confronti di altre donne e della sua stessa sorella. «Il sacrificio di mia sorella è servito per salvare i suoi tre figli che oggi, nonostante l’immane tragedia e il dolore incessante, vivono sereni. Lui deve restare in carcere» ha ripetuto il fratello.
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