Ucciso da moglie e figli a Giffoni Valle Piana, il minore va a processo e niente messa in prova

Per i periti il 16enne in carcere è in grado di intendere e volere. Insieme a mamma e fratello, a giudizio, è accusato di omicidio e occultamento di cadavere

La villetta dell'orrore
La villetta dell'orrore
di Angela Trocini
Martedì 12 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 10:59
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Negata la messa alla prova al minore accusato di aver ucciso e mutilato il padre panettiere, Ciro Palmieri, il 29 luglio dello scorso anno a Giffoni Valle Piana, occultandone poi il cadavere. L’ha deciso il gip Giuseppina Alfinito del Tribunale per i minorenni di Salerno sulla scorta della relazione dei periti che in incidente probatorio asserirono la piena capacità di intendere e volere del giovane con una partecipazione attiva al delitto e chiedendo chiarimenti anche agli operatori sociali del carcere di Nisida sia sul grado di pericolosità che sul recupero del giovanissimo imputato (difeso dall’avvocato Agostino Allegro) per il quale è stato quindi disposto il processo (all’udienza di ieri era presente anche l’avvocato Rocco Pinto per le parti offese) che si terrà ad ottobre. 

È già in corso, invece, davanti la Corte di assise di Salerno, il processo a carico del fratello maggiorenne e della mamma del minore, accusati anche loro dell’efferato delitto e dell’occultamento del cadavere in modo da simulare la scomparsa o un eventuale sequestro di persona. Il cadavere del panettiere fu ritrovato mutilato ed avvolto in buste di plastica gettate nella folta vegetazione di un’area boschiva della zona: dopo averlo ucciso con decine di coltellate inferte in vari punti, nel tentativo di distruggere il corpo e disperderlo tra i boschi, le gambe vennero colpite ripetutamente con un macete tanto che l’arto destro si staccò dal resto. Secondo le accuse, madre e figli (in concorso tra loro) e alla presenza di un altro figlio di 11 anni, che assistette inerme alla scena, uccisero l’uomo con coltellate al torace, alla testa e al dorso (sarebbero stati utilizzati tre coltelli) al culmine di una lite iniziata tra i coniugi. 

A quanto pare durante la lite il panettiere lanciò del liquido contro la moglie e questa - dopo aver afferrato una scopa - cercò di colpirlo. Il trambusto fece accorrere due figli della coppia che tentarono di immobilizzare il padre mantenendogli le braccia e che, nel tentativo di divincolarsi, colpì la moglie facendola scivolare sul liquido che era finito sul pavimento. La donna, rialzandosi, si armò di un coltello colpendo l’uomo, con più fendenti, alle spalle. Intanto, uno dei due figli trascinò il padre per terra lungo il corridoio stringendogli il braccio intorno al collo nel tentativo di soffocarlo mentre l’altro figlio lo colpiva più volte al petto per poi armarsi di un terzo coltello e continuando ad accoltellarlo. I tre, sempre secondo le accuse, continuarono ad accoltellarlo nonostante l’uomo giacesse esanime sul pavimento, in una pozza di sangue, spuntandogli anche addosso.

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Poi, per nascondere il delitto, tentarono di disfarsi del cadavere e denunciare - il giorno dopo - la scomparsa. 
 

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