Salerno, lascia il Ruggi anche Miele: l'ultimo cardiochirurgo del «dream team» di Iesu

Altre partenze dalla Torre Cuore del Ruggi: dopo il primario Iesu lascia anche Miele

Il team del primario Iesu: molti hanno lasciato il Ruggi
Il team del primario Iesu: molti hanno lasciato il Ruggi
di Sabino Russo
Venerdì 7 Luglio 2023, 06:30 - Ultimo agg. 16:40
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Si chiude il cerchio di addii alla Torre Cuore al Ruggi. Dopo le dimissioni del primario di cardiochirurgia d’urgenza Severino Iesu, del numero due Generoso Mastrogiovanni, e dei suoi stretti collaboratori Paolo Masiello e Francesco Cafarelli, lascia il presidio di via San Leonardo anche l’ultimo componente del dream team, Mario Miele. La delibera dell’azienda ospedaliera è solo l’ultima, in ordine cronologico, di una scia di abbandoni anticipati, che vede coinvolti anche altri reparti, a partire dal primario di neurochirurgia Giuseppe Russo. 

La cardiochirurgia di via San Leonardo è inserita di diritto tra le eccellenze. Il reparto, infatti, nell’ambito della chirurgia dell’arco è stato indicato dal professor Joseph Bavaria (Università della Pennsylvania) come eccellenza internazionale nel corso dell’Aortic Symposium, il maggiore appuntamento mondiale del settore tenutosi a Boston in Usa a maggio dello scorso anno. Si tratta di una branca della chirurgia aortica che tratta l’arco aortico, ovvero il segmento di aorta dal quale nascono i vasi che vanno al cervello. È una chirurgia estremamente complessa, perché quando si va a rimuovere questa parte di arco malato si devono riabilitare i vasi che vanno al cervello e ciò richiede di mettere in campo una chirurgia molto complessa. Si tratta della forma più complicata di cardiochirurgia e ben 140 gli interventi di questo tipo sono stati effettuati a Salerno. Questi numeri testimoniano, insieme a tutti gli altri primati ottenuti, qualora ce ne fosse ancora bisogno, lo tsunami che potrebbe travolgere, da settembre, la Torre Cuore con gli addii eccellenti di questi mesi. 

Il numero uno della Torre Severino Iesu, che ufficialmente, come recita la delibera, «rassegna le dimissioni dal servizio per superati limiti di età a far data dal 1 agosto 2023», avrebbe lasciato il presidio di via San Leonardo, stando a quanto circola tra i corridoi del Ruggi, per il depotenziamento che avrebbe subito il reparto dopo lo sdoppiamento tra le unità di cardiochirurgia e cardiochirurgia d’urgenza, con un conseguente, quanto prevedibile, dimezzamento degli interventi chirurgici. Dai circa 15-16 a settimana di una decina di anni fa si è arrivati agli attuali 7-8 a settimana. A questo, poi, si sarebbe aggiunto un conseguente impoverimento anche tecnico. Con lui vanno via anche i suoi più stretti collaboratori Paolo Masiello e Generoso Mastrogiovanni, che rendono la situazione, con l’aggiunta dell’addio anche di Francesco Cafarelli e l’ultimo di Mario Miele, ancora più preoccupante di quanto non lo sia già. Indicazioni, queste, che al di là delle scelte personali, organizzative, politiche e locali, andrebbero analizzate e affrontate con grande attenzione, anche alla luce delle indicazioni che da più parti giungono e che disegnano un quadro di preoccupante impoverimento della Torre cardiologica. Mario Miele rappresenta la giovane promessa del Ruggi che avrebbe potuto assicurare il giusto e naturale proseguo del lavoro svolto in questi anni. Oltre alla Torre, la fuga dal Ruggi ha interessato, nei mesi scorsi, anche il primario di neurochirurgia Giuseppe Russo, chiamato a sostituire l’ex primario Luciano Brigante, coinvolto nello scandalo mazzette per scavalcare le liste d’attesa, che travolse l’azienda ospedaliera universitaria due anni prima. Si chiuse, con lui, anche la lunga querelle legata all’arrivo di Giuseppe Catapano, a cui l’ex manager Nicola Cantone aveva conferito l’incarico, ma che di fatto non era mai giunto a Salerno dall’aggiudicazione del bando di concorso, preferendo l’Ospedale del Mare. Un arrivo, quello di Catapano, tinto di giallo sin dall’inizio. Il suo mancato sbarco a Salerno, almeno ufficialmente, era legato al completamento dei lavori di risistemazione dell’ala ospedaliera. Interventi bisognosi di tempi lunghetti, legati a un progetto ambizioso. Per questo motivo, nonostante il primario avesse vinto il concorso e accettato la nomina, aveva continuato sempre a lavorare al Rummo di Benevento.

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