Sequestrati in un tir al porto 28mila chili di cefali senza documenti di tracciabilità

Sequestrati in un tir al porto 28mila chili di cefali senza documenti di tracciabilità
Sabato 22 Febbraio 2014, 10:34 - Ultimo agg. 12:06
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SALERNO - Gli uomini della Capitaneria di porto di Salerno hanno eseguito una serie di controlli sulla filiera della pesca. In particolare i militari hanno sottoposto a controllo un Tir proveniente dal Veneto e pronto a partire per la Tunisia, a bordo di un traghetto con partenza dal porto di Salerno.

I militari hanno rinvenuto e sequestrato prima dell’imbarco, circa 27.700 kg di prodotti ittici (nello specifico cefali) confezionati in circa 3000 cassette, i quali erano pronti per essere esportati in Tunisia senza essere accompagnati dal Documento di Cattura.



Tale Documento, previsto dalla normativa comunitaria, è obbligatorio per tutte le operazioni di importazione ed esportazione di prodotti ittici all’interno degli stati della UE, ed è necessario al fine di combattere il fenomeno della pesca illegale.



Per lo stesso prodotto non erano state predisposte nemmeno le informazioni prescritte dalla normativa vigente e finalizzate a permettere la rintracciabilità del prodotto ittico, a tutela della salute dei consumatori e per offrire agli stessi tutte le informazioni che devono essere disponibili in ogni stato della commercializzazione. Le informazioni che devono essere presenti e che mancavano sono relative al peschereccio che ha pescato il prodotto, alla zona in cui la stesso è stato catturato, all’indicazione della partita.



Attualmente il prodotto è sottoposto a sequestro all’interno del porto commerciale di Salerno, in attesa che la Dogana lo svincoli per renderlo di nuovo nella disponibilità del proprietario. Se ciò avvenisse nelle successive 48 ore (termine che i medici veterinari dell’Asl di Salerno, intervenuti sul posto dopo essere stati chiamati dai militari operanti, hanno fissato per poter considerare ancora il prodotto idoneo al consumo umano) i cefali potrebbero venire destinati non solo alle associazioni di volontariato regionali ma, considerata la cospicua quantità, anche a quelle delle regioni limitrofe.
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