Salerno, quarant'anni di divorzi: record di separazioni giudiziali

Salerno, quarant'anni di divorzi: record di separazioni giudiziali
di Luciana mauro
Martedì 13 Maggio 2014, 12:09
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Nel 1974 i miei genitori, entrambi cattolici, votarono a favore della legge sul divorzio . Oggi, dopo 40 anni, il nostro paese ancora schiavo di precetti e il diritto di famiglia su un binario morto. A parlare il presidente dei divorzisti, l’avvocato salernitano Gian Ettore Gassani, raggiunto telefonicamente a Roma, dove vive e lavora da anni. Ieri il referendum sul divorzio ha festeggiato i suoi primi quarant’anni con un lifting: la proposta di legge del ministro Orlando, che riduce a un anno il limite massimo per staccare definitivamente la coppia. Tempi brevi, dunque per ottenere il divorzio , purchè i coniugi siano d’accordo, e non abbiano figli minori o disabili. Una sorta di «lasciamoci senza rancore» che eliminerebba una procedura oggi lenta e farraginosa, che inasprisce i rapporti di coppia. Dai dati raccolti negli uffici preposti della Cancelleria del Tribunale di Salerno, nel 2013, in città, le richieste di separazioni consensuali sono 141, le giudiziali 940. I divorzi consensuali già ottenuti sono invece 544, quelli consensuali 210. Un chiaro segno che l’addio, talvolta inevitabile, viene vissuto dalla coppia come una «guerra», dove a pagare sono sempre i figli, spesso «ostaggio» della contesa. Una vera e propria battaglia legale per dirsi addio, che nel 2004, sempre a Salerno, registrò 141 divorzi consensuali, con un lieve calo nel 2005 (109) e un’altra impennata nel 2006 (181) e nel 2007 (165). Fino a raggiunge, nel 2008, quota 364. L’anno scorso la media dei divorzi ottenuti «pacificamente è calata, portando invece la coppia nel vortice delle procedure giudiziali, che nel 2013 hanno raggiunto vette allarmanti. Un dato che Gassani commenta scagliandosi contro lo Stato «che su questa scelta non può permettersi di dire ”rifletti”. Noi italiani la dobbiamo smettere di essere stupidi e non capire certe cose. Ecco perchè oggi, la maggior parte delle coppie, vanno a divorziare a Bucarest, dove l’intera procedura costa quattro soldi». A condividere la tesi è Giuliana Cappuccio, legale e segretaria dell’associazione Camera per i minori di Salerno. «Sulla base della proposta di legge Orlando, proveremo, come associazione, ad aumentare il numero di procedure consensuali, evitando alle coppie l’andirivieni, costoso e snervante, dal tribunale. Un logorio che crea solo tensione nelle famiglie, già provate da una scelta sempre difficile e dolorosa». Ma cosa ne pensa chi ha vissuto, sulla propria pelle, il trauma di un addio a colpi di carta bollata? Pina Testa, maestra di danza e artista, è al suo terzo matrimonio. «Segno che è sempre possibile ricominciare - rivela - ma le ferite delle battaglie affrontate restano, sono dolorose e talvolta condizionano. Meglio abbreviare e snellire il tutto, quindi, tanto il 98% delle coppie, purtroppo, non ci ripensa». Per Armando Cerzosimo, fotografo, «voltare pagina» non è stato semplice. Oggi, al suo secondo matrimonio, e dopo aver festeggiato il mezzo secolo, ha avuto la gioia di tornare papà. «Ho un rapporto di grande stima con la mia prima moglie - dice con orgoglio- e nostro figlio mi affianca nel lavoro». Pino Perillo, primario broncologo: «All’udienza di separazione trovai coppie che erano appena tornate dal viaggio di nozze, un segnale che al matrimonio si arriva spesso impreparati. Ma quando si decide l’addio in modo consapevole e pacifico, separarsi può fare bene, ed essere di aiuto persino ai figli»
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