Il malore fatale nei pressi dell'ospedale di Scafati finisce in Procura: c'è la denuncia

La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria all’autopsia parteciperà anche un perito di parte.

L'auto a bordo della quale viaggiava la donna deceduta
L'auto a bordo della quale viaggiava la donna deceduta
di Daniela Faiella
Domenica 22 Ottobre 2023, 07:00
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Donna morta nei pressi dell’ingresso dell’ospedale di Scafati. La famiglia chiede di far luce sul caso e presenta un esposto in Procura. Una decisione vagliata con attenzione e maturata con il passare delle ore. Solo ieri mattina, infatti, la denuncia è stata formalizzata. I familiari della 59enne, R.C. di Scafati, si sono affidati a due legali di Santa Maria La Carità per avviare una battaglia che mira esclusivamente a fare chiarezza su una tragedia che ha sconvolto l’intera comunità dell’Agro e ad accertare eventuali responsabilità. Già domani la procura di Nocera Inferiore potrebbe conferire l’incarico al medico legale per l’autopsia a cui assisterà anche un consulente medico nominato dalla famiglia. La salma è tuttora custodita nella sala mortuaria del cimitero di Scafati, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Complice il clamore mediatico scatenato dalla vicenda, gli inquirenti hanno preso tempo per valutare il caso in tutta la sua complessità. Nessun commento da parte dei familiari della donna, raccolti in un dolore immane che ha improvvisamente sconvolto la loro vita. 

Alla disperazione si associano i dubbi e la rabbia per una morte così assurda. Si può morire a 59 anni nei pressi dell’ingresso di un ospedale senza avere la possibilità di essere soccorsi? È l’interrogativo che continua a porsi il marito della donna, ex maresciallo dei carabinieri in pensione. C’era anche lui quella mattina. Ha capito subito la gravità della situazione quando la moglie è stata colta da malore e si è attivato per aiutarla, con la certezza di trovarsi nel posto giusto, a pochi passi dall’ingresso di un ospedale dotato anche di una rianimazione e di un ambulatorio di cardiologia, dove chiunque dovrebbe sentirsi al sicuro, dove sua moglie avrebbe forse potuto ricevere l’assistenza necessaria.

Lui che in passato ha prestato servizio a Scafati, conosce bene quel presidio sanitario a ridosso dell’hinterland vesuviano, un tempo punto di riferimento regionale dell’emergenza-urgenza, dove tante volte era entrato per motivi di lavoro, dove era certo che sua moglie sarebbe stata soccorsa prima che fosse troppo tardi. Così non è andata. Nessuno può dire, al momento, se la tragedia poteva essere evitata, se ci sono responsabilità ma è ciò che vogliono accertare i familiari della donna per rendere giustizia alla sua memoria e far sì che l’accaduto non si ripeta. E, forse, solo allora la rabbia di chi oggi piange la morte della donna si attenuerà, nonostante la consapevolezza che nessuno restituirà all’ex carabiniere la sua compagna di vita, la madre dei suoi figli.

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Sarà ora la Procura di Nocera Inferiore, che per il momento procede contro ignoti, a far luce sulla vicenda, ad accertare eventuali responsabilità.

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