Morta Paola Gassman, il teatro fu la sua casa

L’attrice è scomparsa a 78 anni: aveva raccontato papà Vittorio e mamma Nora Ricci

Paola Gassman
Paola Gassman
di Luciano Giannini
Giovedì 11 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 17:30
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Sulla copertina del suo libro Una grande famiglia dietro le spalle (Marsilio nel 2007), la vediamo, piccola, assieme a papà Vittorio e alla mamma, Nora Ricci. Sono in costume da bagno, su uno scoglio, a Ischia. «Eravamo ospiti di Luchino Visconti, nella sua villa», racconterà lei dopo, aggiungendo, «mamma aveva 21 anni, papà 23»: alle origini di Paola Gassman, figlia d’arte prim’ancora che attrice, morta ieri a Roma, dopo una breve malattia, a 78 anni. Era nata il 29 giugno 1945, quando i genitori facevano ditta (teatrale) con Laura Adani. Ne ha dato notizia il compagno di una vita, Ugo Pagliai, assieme ai figli, Tommaso e Simona, nata dal matrimonio con l’attore Luciano Virgilio. Paola era la sorellastra di Vittoria, Alessandro e Jacopo Gassman, i figli che il mattatore-patriarca ebbe rispettivamente da Shelley Winters, Juliette Mayniel e Diletta D’Andrea. Una dinastia irripetibile. 

E le parole con cui, ieri, proprio Alessandro l’ha ricordata su Instagram si ergono come le più appropriate per definire la caratura innanzitutto umana della Gassman: «Ciao sorella mia. Sei sempre stata la più saggia di tutti noi, la più rassicurante, la più equilibrata e simpatica. Ti vorrò per sempre bene, come tutti quelli che ti hanno conosciuta». Sì, Paola è stata una nobile figura femminile del teatro italiano, riservata, pacata, ma affabile e sorridente, mai eccessiva, naturalmente elegante. E il sodalizio di vita e d’arte, stretto nei primi anni 70 con Ugo Pagliai, ne è la coerente testimonianza: ciascuno ha trovato nell’altro le ragioni dell’amore e quelle del teatro, esempio di stile, umanità, cultura.

Lo spettacolo che più incarna questa verità è «Romeo e Giulietta. Una canzone d’amore» (stasera su Rai5, alle 21.15), di pochi anni fa, in cui i produttori di Babilonia Teatri vollero affidare a due anziani amanti (nella vita vera) il ruolo dei due giovani amanti (nell’eterna finzione del simbolo). Nell’intervista che faceva parte dell’allestimento Paola diceva: «Appena entro in teatro mi sento circondata da tanti amici fantasmi, gli attori del passato... Da essi mi sento particolarmente protetta, perché vengo da una dinastia di teatranti. E non posso non immaginare, tra quegli spettri, il mio bisnonno, Ermete Zacconi, e il nonno, Renzo Ricci». I due nomi rifulgono nella storia della scena nazionale, così come papà Vittorio Gassman e come la madre, Nora, che di Renzo era la figlia.

Non a caso Paola entrò all’Accademia d’arte drammatica. Là conobbe il marito, Virgilio, con cui restò sposata per sei mesi («eravamo troppo giovani»); là incontrò Pagliai. Con lui si unì. Con lui, «su suggerimento dell’amico Gigi Proietti», costituì la compagnia Pagliai-Gassman. Con lui restò per oltre mezzo secolo, senza mai codificare il vincolo con le nozze: «Perché dobbiamo cambiare lo stato delle cose, se finora è andata così bene?». 

In questo contesto privilegiato la Gassman poté esprimere al meglio il proprio duttile talento: tre anni con Luca Ronconi, tra l’altro con il ruolo di Marfisa nello storico «Orlando furioso» (1969); «La cucina», di Arnold Wesker, diretto dalla Wertmuller; gli spettacoli con papà Vittorio («Cesare o nessuno», «Fa male il teatro» e «Bugie sincere»); il Feydeau del «Gatto in tasca» con la regia di Proietti e, poi, gli amati Pirandello e Shakespeare, ma anche Goldoni, Miller, Euripide, alla corte di registi illustri, Squarzina, Castri, Bolognini, Sciaccaluga, Maccarinelli.

Poco la Gassman frequentò televisione e cinema, dove si ricordano «Contestazione generale» di Zampa e «Di padre in figlio», entrambi legati a papà Vittorio. Paola elesse il teatro a proprio regno e al teatro attirò il suo Ugo che, a quei tempi, era idolo della tv. Potenza dell’amore. E dell’arte. 

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