Salerno, blitz dopo i video choc: c’è l’inchiesta sul Ruggi

La procura di Salerno apre un fascicolo sul pronto soccorso

Una paziente del pronto soccorso legata alla barella
Una paziente del pronto soccorso legata alla barella
di Petronilla Carillo
Sabato 4 Novembre 2023, 06:30 - Ultimo agg. 11:52
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La procura di Salerno tace, ma i fatti parlano per gli inquirenti. I carabinieri del Nas ieri mattina sono stati negli studi televisivi de La7 per acquisire i video choc girati all’interno dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona e che ritraggono i pazienti legati alle barelle. Quindi una serie di barelle lasciate nei corridoi dove, a detta dell’operatore denunciante, pazienti fragili, infetti da Covid e con patologie invalidanti, si troverebbero a convivere per ore intere.

Barelle che diventano letti di corsia per giorni, pazienti messi a parcheggio senza dimissioni e senza neanche ricovero. I militari del Nas hanno anche chiesto di sapere la data in cui quei video sono stati registrati e la fonte. Non si sa esattamente cosa sia stato riportato materialmente da Roma a Salerno, sicuramente la fonte è blindata. Intanto a Piazza Pulita, giovedì scorso, c’è stata una seconda puntata-denuncia sui fatti del pronto soccorso del Ruggi. In questi giorni, invece, dopo la prima puntata andata in onda la settimana scorsa, si sono schierati dalla parte degli operatori del pronto soccorso anche i sindacati di categoria.

Ma resta la caccia alla «fonte». Compito degli investigatori, a questo punto, è approfondire la veridicità di quanto emerge dai video e la necessità di contestualizzare i fatti narrati alla situazione reale. 

I video, secondo quanto riferito anche da fonti aziendali, risalirebbero alla fine del 2022 e ai primi mesi del 2023. «Ma la situazione oggi non è molto diversa: abbiamo pazienti che non vengono dimessi e non possono essere trasferiti in reparto e restano al pronto soccorso anche per diversi giorni», accusa ancora l’operatore intervistato nella trasmissione. Al centro della polemica c’è la contenzione dei pazienti in barella. Una contenzione che, secondo fonti sanitarie, è obbligatoria in alcuni casi e «autorizzata» dalla famiglia dei malati, in gran parte anziani; una abitudine dei sanitari del pronto soccorso per evitare di avere problemi con i pazienti, secondo l’operatore che ha denunciato il tutto.

Video

Secondo quest’ultimo, sarebbe utilizzata la contenzione anche per consentire ai sanitari di riposare. Ma tutto ciò è da dimostrare secondo la procura che ora intende vederci chiaro. Del resto sempre la procura di Salerno ha già aperto alcuni fascicoli su morti sospette per le quali ora si attendono sviluppi. In gran parte persone che sono state ricoverate al pronto soccorso, dimesse e poi dopo poco decedute. Come quella di un sessantenne di Eboli morto in barella senza essere visitato, oppure quella di una giovane mamma di Angri che ha partorito un bimbo morto. In quest’ultima circostanza furono anche sequestrati tutti i tabulati delle presenze dei paramedici. Ma l’elenco dei fascicoli aperti per malasanità è lungo e le inchieste, spesso si intrecciano tra di loro. Resta ad esempio ancora da capire cosa è successo ad un ex poliziotto di 68 anni morto al Ruggi per mancata diagnosi di infarto in corso. L’uomo, arrivato con un infarto alle 19.30 di sera dello scorso gennaio, è morto mentre gli veniva eseguita una tac alle prime luci del giorno. Per questa vicenda erano state indagate in prima battuta cinque persone: medici e paramedici che avevano avuto rapporti con il paziente le cui analisi non erano uscite buone, così come anche l’elettrocardiogramma. 

E nella solito incontro televisivo, ieri il governatore Vincenzo De Luca è tornato a parlare del bando per il nuovo Ruggi. «Dovremo purtroppo rifare la gara. Il Tar ha deciso che il capitolato non era chiaro, aveva punti non a interpretazione lineare. Ne prendiamo atto, rifacciamo il capitolato nella maniera più semplice e inequivoca possibile, dopodiché bruceremo i tempi per rifare la gara» ha detto nel corso di una diretta Facebook.

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