Costiera amalfitana, sconto di pena per i pusher: cinque anno a Mario Bros

Il gup di Salerno non ha riconosciuto il vincolo associativo per i responsabili del giro di spaccio

Un'aula di tribunale
Un'aula di tribunale
di Viviana De Vita
Mercoledì 22 Novembre 2023, 06:25 - Ultimo agg. 07:13
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L’accusa di associazione è stata ridimensionata dall’etichetta della “lieve entità”. Pene ridotte, rispetto a quelle avanzate dal pubblico ministero, per i sette componenti della rete di pusher, sgominata nel novembre dello scorso anno dai carabinieri, che spacciavano sostanze stupefacenti in gran parte della Costiera Amalfitana. La sentenza è arrivata poco prima delle 14 di ieri quando il gup del tribunale di Salerno Valeria Campanile, ha sciolto la riserva leggendo il dispositivo davanti al collegio difensivo (avvocati Domenico Fasano, Agostino Bellucci, Agostino De Caro, Francesca Sarno, Marina Manconi e Bonaventura Carrara).

Cinque anni e sei mesi di reclusione per Matteo Senatore, il 32enne di Vietri sul Mare meglio noto come Mario Bros ritenuto dagli inquirenti a capo della gang e che rischiava 14 anni di reclusione; 4 anni per Raffaele Mammato di Maiori (anche a suo carico il magistrato aveva avanzato 14 anni di carcere); 2 anni e 6 mesi per Pasquale D’Elia per il quale il pm aveva chiesto 8 anni; 2 anni e 4 mesi per Alfonso D’Elia (l’imputato, assistito dall’avvocato Francesco Sarno, rischiava oltre 8 anni di carcere ed è stato anche scarcerato ottenendo il beneficio dei domiciliari); 2 anni e 10 mesi per Eugenio Pierri di Cava de' Tirreni che rischiava 7 anni e 4 mesi; 3 anni e 2 mesi per Roberto Siani; un anno per Salvatore Rinaldi.

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È calato così il sipario sul processo, definito attraverso il rito abbreviato, figlio dell’inchiesta della Procura che ha sgominato un giro di spaccio attivo lungo la Divina costa. Punto di riferimento della rete dei pusher era proprio Senatore che, nonostante fosse agli arresti domiciliari, a partire dal 2019 avrebbe spacciato sostanze stupefacenti dalla propria abitazione divenuta, quindi, il fulcro della frenetica attività del gruppo. Mario Bros, il nomignolo del 32enne vietrese, sfruttando le potenzialità del web, acquistava sostanze stupefacenti dall’estero, in particolare da Olanda e Spagna, per poi rivenderle in Costiera. La droga, però, veniva reperita anche dal napoletano e dall’agro nocerino sarnese. In collaborazione con il compaesano Roberto Siani e i fratelli D’Elia, Senatore aveva cercato di coltivare anche due piantagioni di canapa indiana, nella frazione di Raito.

Dieci le persone finite nel novembre scorso nel mirino della Procura: Senatore, Siani, Alfonso D’Elia e Pierri dovevano rispondere a vario titolo pure dell’ipotesi di reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

Per le altre 5 persone coinvolte, Pasquale D’Elia e Salvatore Rinaldi di Napoli, Vincenzo Campanile di Salerno, Daniela Landi di Maiori e Gaetano Bennardino di Tramonti le accuse erano di produzione, detenzione e spaccio di droga.

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