Salerno, traffico merci nel porto in calo del 5,7%: il bollettino dell'Autorità sistema portuale Mar Tirreno

In calo il traffico merci nel porto di Salerno, il bollettino dell'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno

Il porto di Salerno
Il porto di Salerno
Giovedì 21 Settembre 2023, 15:39
3 Minuti di Lettura

Frena ancora il traffico merci nei porti di Napoli e Salerno, che nel primo semestre del 2023 registrano una flessione pari al 3,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ad evidenziare questo ulteriore calo è il Bollettino Statistico recentemente pubblicato dall'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, che fornisce tutti i dettagli sui singoli porti e sui diversi segmenti del trasporto marittimo. In particolare a Salerno nei primi sei mesi del 2023 sono state movimentate complessivamente 6.519.665 tonnellate di merci, con una flessione del 5,7% rispetto all'anno precedente. Ancora più critico lo scenario del trasporto ro-ro, che è la vocazione del secondo porto campano: 111.244 unità rotabili, con un calo dell'8,3% rispetto ai primi 6 mesi 2022. «Non nascondiamo la preoccupazione per questa significativa flessione, che rappresenta a nostro avviso un indicatore economico fortemente negativo non solo per il Mezzogiorno ma anche per tutto il Paese - ha commentato Domenico De Rosa, CEO del Gruppo SMET - Si tratta infatti di un'ennesima brusca frenata, che in ultima analisi dobbiamo ricondurre all'eccessiva attenzione da parte della BCE al rientro dell'inflazione al 2% e ad una politica monetaria di continuo rialzo dei tassi di interesse, che ha sottratto risorse agli investimenti delle imprese e alla capacità di acquisto dei privati cittadini, danneggiando gravemente l'economia reale. Servono misure urgenti per favorire la ripresa». «Operando regolarmente nei retroporti di Salerno e di altri scali del Mezzogiorno, vogliamo esprimere preoccupazione anche per la nuova normativa ZES, che crea una Zona Economica Speciale Unica per tutto il Sud Italia e stabilisce uno speciale credito d'imposta da cui però vengono esclusi settori produttivi strategici, tra cui quello dei trasporti - ha proseguito De Rosa - Confidiamo in modifiche adeguate, che possano attrarre investimenti collegati ai flussi commerciali internazionali».

Ed ha concluso: «Ci auguriamo che la BCE non alzi i tassi di interesse oltre il 4% toccato con l'ultima stretta di alcuni giorni fa e che già ad aprile 2024 possa avvenire un primo taglio.

Ma certo è che la crisi energetica ha contribuito in maniera decisiva alla crescita dell'inflazione. Lo stesso aumento del petrolio, che attualmente sfiora i 100 dollari al barile, rischia di infiammare nuovamente l'inflazione, proprio quando urge un cambiamento radicale nella politica monetaria perseguita dall'Europa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA