Giuseppe Manco, pizzaiolo napoletano dall’abisso di New York al Sogno Americano della Florida

Dal Vomero a Miromar Lakes, la favola di uno scugnizzo sopravvissuto alla crisi newyorkese

Giuseppe Manco
Giuseppe Manco
di Luca Marfé
Lunedì 15 Gennaio 2024, 11:27 - Ultimo agg. 16 Gennaio, 07:38
4 Minuti di Lettura

Mai arrendersi. Mai.

È questo il motto, e la sintesi estrema di una vita intera, di Giuseppe Manco.

37 anni, partito da Napoli con una valigia piena di passione e piena di sogni, oggi chef, pizzaiolo e imprenditore, americano per adozione.

Una storia che sembra un romanzo, cominciata nei pomeriggi dopo scuola, mentre tutti quanti gli altri si rilassavano e procedevano un po’ lenti, ancora ragazzino, già al lavoro duro in una pizzeria del Vomero.

Una sorta di diversivo che diventa un destino.

Fatica, sacrifici, ma anche le prime soddisfazioni. I primi orizzonti più vasti, americani, appunto.

La prima volta negli Stati Uniti risale al 2010, e la gratitudine va al progetto di Rosso Pomodoro. La prima sede in assoluto, a Naples, in Florida. Un anno e mezzo che vale una vita, che lo porta in giro per tutto lo Stato, fino addirittura a New York, passando pure per Washington DC. Di colpo è il febbraio del 2013, e nel 2014 si laurea campione del mondo a Las Vegas per la categoria “Pizza napoletana”. E ancora, nel 2017, vince di nuovo, stavolta nella categoria “Pizza romana”.


Un talento inarrestabile e, finalmente, le fondamenta di un progetto tutto suo, realizzato insieme a sua moglie Eleonora: Mani in Pasta conquista la Grande Mela, tre sedi nel giro di tre anni. Con la corona concessa dal New York Magazine che sforna una recensione a 5 stelle e che ne decreta il successo di critica e soprattutto di pubblico. Clienti che arrivano da ovunque, persino da altri Stati. Il sogno pare oramai completamente realizzato, ma dietro l’angolo degli imprevisti ecco il dramma Covid. New York si inabissa, dramma nel dramma la questione sicurezza, una della sedi di Mani in Pasta viene addirittura assaltata e distrutta. Ladri e saccheggiatori, autentici criminali, camuffati da manifestanti. La polizia che manco interviene, il sogno che in un solo attimo diventa incubo. Tutto perso, tutto devastato senza ritegno.

Sembra la fine, ma Giuseppe ed Eleonora non mollano.

Mai arrendersi. Mai.

Nessun futuro qui, tra chiusure e restrizioni, l’attenzione di entrambi torna sulla Florida. E allora è il dicembre 2020, nuovo trasferimento e nuovo inizio, proprio dal primo amore a stelle e strisce. Riparte il lavoro, come chef, rinascono mille progetti nella sua testa. Un anno e mezzo da impiegati, prima solo come pizzaiolo, poi come executive chef, appunto. Insomma, il sogno riparte, cresce, e alla fine si materializza in una società con un vecchio amico, Fabio Casella.

“San Matteo Italian Restaurant & Bar”, tutto ristrutturato, tutto nuovo di zecca, operativo da poche settimane. Cucina tradizionale italiana, non soltanto napoletana, naturalmente con tanto di pizza a margine. Si punta molto, e molto forte, anche sulla carne, quella famosissima di Pat Lafrieda, il macellaio italiano più famoso d’America. Con una cantina ricchissima di nomi e di etichette altisonanti, dal valore assai più che illustre.



Lo scenario è quello di Miromar Lakes, un mosaico di ville da milioni e milioni di dollari, un ambiente prestigioso dagli orizzonti personali e professionali enormi. La struttura è un gioiello importante, con 270 posti a sedere, con il ruolo e con l’esperienza fondamentale del socio Fabio, ma anche e soprattutto con lo straordinario coraggio e con l’incredibile talento dello chef Giuseppe Manco, sopravvissuto alla crisi newyorkese, sempre pronto a rimboccarsi le maniche e a lavorare duro e con infinita passione.


Mai arrendersi, dunque. Mai.
E buon appetito a tutti i fortunati, fortunatissimi, amici di Giuseppe. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA