Vita da eremita su un'isola deserta, ma è malato e viene trasferito: «Lasciatemi morire qui»

Vita da eremita su un'isola deserta, ma è malato e viene trasferito: «Lasciatemi morire qui»
Vita da eremita su un'isola deserta, ma è malato e viene trasferito: «Lasciatemi morire qui»
Mercoledì 27 Giugno 2018, 13:14 - Ultimo agg. 13:53
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Voleva fuggire dallo stress e dalla routine della vita in città, ha trovato la sua dimensione vivendo da eremita e ha deciso di non abbandonarla, ma ora è stato forzato a lasciare il suo piccolo angolo paradisiaco. Questa l'incredibile vicenda di un anziano giapponese, Masafumi Nagasaki, che nel 1989 aveva lasciato il lavoro e la famiglia per trasferirsi, da solo, a Sotobanari, un'isola deserta dell'arcipelago delle Yaeyama.



A raccontare la storia di questo uomo, che oggi ha 82 anni, è anche il Telegraph: Masafumi pensava di restare sull'isola, vivendo da eremita e seguendo unicamente le regole della natura, per circa due anni, ma quello stile di vita lo ha conquistato e dalla fine degli anni '80 è l'unico abitante di Sotobanari. La sua vicenda era divenuta presto nota a livello mondiale, con alcune interviste dell'agenzia Reuters e un documentario del regista Alvaro Cerezo.

«Quando vivevo e lavoravo in città, mi sentivo un idiota costretto a fare ciò che mi ordinavano gli altri: non era la vita che sognavo, mi sentivo come un topo intrappolato» - aveva raccontato negli anni passati Masafumi - «Qui, invece, a dettare legge è la natura. Mi dedico alla caccia e soprattutto alla pesca, cammino nudo perché questa è l'uniforme che impone la natura, vi assicuro che indossare vestiti non è appropriato. Di tanto in tanto, mi vesto solo per raggiungere l'isola più vicina, dove ricevo cibo e acqua inviati dalla mia famiglia».

Ora, però, le autorità giapponesi hanno scoperto che Masafumi è gravemente malato e spingono per il suo reinserimento in società, in modo da farlo ricongiungere anche con la famiglia. L'anziano, però, non è d'accordo: «Qui ho trovato il mio posto, ho un solo desiderio: lasciatemi morire qui. Lo ha accettato anche la mia famiglia, perché lo Stato dovrebbe impormi dove e come poter morire?».

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