“MeloSushi”, catena di cucina giapponese accusata di sessimo: «Nome e logo offendono le donne»

“MeloSushi”, catena di cucina giapponese accusata di sessimo: «Nome e logo offendono le donne»
Venerdì 10 Luglio 2020, 13:35 - Ultimo agg. 13:53
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MeloSushi, una catena di cucina giapponese in Romagna con sedi a Forlì, Faenza e Milano Marittima, accusata di sessismo«Il nome e il logo offendono le donne». A denunciarlo è Hella Network, un collettivo di un migliaio di professionisti del settore pubblicitari o, fondato da Flavia Brevi, che si batte per la parità di genere e contro l’uso distorto del corpo femminile nelle pubblicità. «C’è uno squallido gioco di parole – dice la portavoce Ella Marciello, torinese 40enne, come riporta “Il Resto del Carlino” – E il logo di una bocca di donna, aperta e con la lingua fuori, è veramente inaccettabile in quanto allude al sesso orale». Nel menù i nomi delle pietanze allusivi, da Lato b a Mela dai.






Il collettivo ha deciso di denunciare di Forlì:
«Abbiamo segnalato l’insegna all’agenzia pubblicitaria italiana. È inaccettabile che nel 2020, in questo momento storico in cui ancora la parità di genere è ben lungi dall’essere realizzata, passi il messaggio che lega l’immagine a una prestazione di tipo sessuale».
Sotto accusa anche il menù:
«Ci sono pietanze come ‘Mela dai’, ‘Lato b’. ‘Sudo ma godo’; ma non solo, organizzano anche eventi dal titolo ‘Sushiamelo sotto le stelle’. Siamo stanche come donne, ma anche come professioniste di questo settore, di messaggi del genere che sviliscono le donne. Questo nella comunicazione non dovrebbe essere più permesso»







L'azienda rischia dalla semplice rimozione del messaggio all'ammenda. Così replica il titolare sul Resto del Carlino.
«Il nome MeloSushi viene da una frase in dialetto, che mi è venuta quando cercavo il nome per il locale. Era 'me e lo' andèn a magner e Sushi', che significa 'io e lui andiamo a mangiare il Sushi". 'Melo' vorrebbe dire, insomma, 'io e lui' in dialetto romagnolo. La bocca raffigurata sul logo non è una bocca femminile. E' una bocca generica, disegnata e non fotografata, che rimanda all'esperienza sensoriale, al gusto dei pezzi di sushi appoggiati sulla lingua. Non ci vedo nessun sessismo». E i nomi sul menù? «Mela dai è fatto con la mela. Sudo ma godo' è molto piccante»

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