Gina Lollobrigida in mostra a Roma, dentro i mondi di un mito

In mostra le immagini che la ritraggono sui set e fuori dai set

Gina Lollobrigida in mostra a Roma, dentro i mondi di un mito
Gina Lollobrigida in mostra a Roma, dentro i mondi di un mito
di Lorenza Fruci
Lunedì 12 Giugno 2023, 07:00 - Ultimo agg. 13 Giugno, 08:56
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«Io sono un fuoco, un vulcano» diceva di sé Gina Lollobrigida. Attrice, fotografa, disegnatrice, scultrice e cantante, maggiorata e «donna più bella del mondo», ma anche donna, madre e filantropa, la poliedricità della sua personalità ci viene restituita dalla mostra «I mondi di Gina», all'Istituto centrale per la grafica di Roma fino all'8 ottobre, attraverso un racconto composto da oltre 120 fotografie provenienti dall'Archivio Luce Cinecittà, dal Centro sperimentale di cinematografia e dal MuFoCo (Museo di fotografia contemporanea). Voluta e curata dalla sottosegretaria Lucia Borgonzoni e dalla presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia, la mostra espone anche filmati inediti, abiti e costumi di scena di Jacopo Peruzzi e di Gattinoni, gioielli di Bulgari, sculture, riviste: oltre 6000 le copertine che le sono state dedicate nel mondo, tra cui quella di «Noi Donne» del 1954, che le riconosce l'autodeterminazione delle femministe nel ruolo della «Bersagliera» nel film «Pane, amore e fantasia». Gina (al secolo Luigia) aveva 27 anni e aveva già raggiunto l'apice del successo di attrice, rinunciando anche alla gabbia dorata di una carriera a Hollywood, dimostrando di fatto che una bersagliera lo era anche nella vita.

In mostra le immagini che la ritraggono sui set e fuori dai set con i grandi attori e registi con cui ha lavorato, portandola a conquistare sette David di Donatello, un Golden Globe, due Nastri d'Argento e una stella sulla Walk of Fame di Los Angeles.

Eccola con Marlene Dietrich e Kirk Douglas, Mastroianni, Vitti, Delon, Magnani, Loren, De Sica, Connery. Ma soprattutto con Audrey Hepburn a mostrarci la differenza tra la carnalità della femminilità italiana e quella eterea francese, e con Marilyn Monroe con cui fece amicizia. E poi ancora con la regina Elisabetta II a Londra nel 1955 mentre le stringe la mano impettita e con sguardo fiero.

Conquistò il mondo partendo da Subiaco, dove nacque nel 1927, e poi studiando pittura e scultura all'Accademia delle Belle Arti di Roma. Da giovanissima, con intraprendenza e versatilità, si mantenne vendendo delle caricature disegnate con il carboncino e contemporaneamente posando per i fotoromanzi. La consapevolezza dei suoi talenti e della sua bellezza fu il motore della sua carriera che la portò a saper gestire la sua immagine anche da dietro la camera. Dopo i grandi successi da attrice, negli anni '70 scoprì la fotografia, ottenendo grandi riconoscimenti in tutto il mondo: «Per me la fotografia è stato un guardare il mondo e soddisfare la mia curiosità. Ero finalmente libera di viaggiare, sola, con le mie macchine fotografiche e cercare di scoprire il mondo con i miei occhi. È stato un passaggio meraviglioso della mia vita, perché mi piaceva vedere il mondo e vedere la gente come vive e non mi piaceva essere sempre osservata», disse nel 2017.

In mostra non ci sono i suoi scatti, ma il suo modo di concepire la fotografia. Artista in ogni contesto, è protagonista anche quando ha la macchina fotografica in mano durante un ricevimento al Quirinale per la consegna dei premi David nel 1964 o è intenta a ritrarre gli altri, come una modella sui tetti di Roma, immortalata a sua volta da Umberto Pizzi nel 1980. Oppure, in una messa in scena di incrocio di vite parallele, mentre fotografa i paparazzi che la circondano rubandole uno dei tanti scatti che, come racconta il re dei paparazzi Rino Barillari gli permisero di sbarcare il lunario per decenni perché «la Lollo era la Lollo, non c'era nessuna che facesse più notizia di lei» sulle copertine di rotocalchi e riviste. E ancora eccola insieme a Papa Paolo VI e a madre Teresa di Calcutta, che da lei accettò di farsi ritrarre, oppure fotografata tra gli scatti che realizzò a Fidel Castro. Dopo la fotografia, Lollobrigida esplorò anche la scultura come «ricerca della bellezza» e in Versilia, dove aveva un atelier a Pietrasanta, ha lasciato le sue più grandi opere.

Una mostra che riportare dignità ad una grande artista che il becero gossip ha svilito con le chiacchiere sull'eredità contesa. 

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Durante la Mostra di Venezia una seconda mostra omaggerà la diva insieme ad Anna Magnani, verrà proiettato «La provinciale» girato nel 1952 da Mario Soldati e sarà presentato un premio dedicato ai giovani talenti nel campo dell'arte, della moda, del design e della fotografia a lei ispirato. 

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