Springsteen, le grandi speranze
e la chitarra di Tom Morello

Bruce Springsteen con Tom Morello
Bruce Springsteen con Tom Morello
di Federico Vacalebre
Lunedì 6 Gennaio 2014, 19:46 - Ultimo agg. 20:19
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Anteprima ghiotta, ed ufficialmente non voluta, per High hopes, album di Bruce Springsteen annunciato per il 14 gennaio, ed invece la scorsa settimana reso disponibile - sia pure per poche ore - per il download da Amazon Usa (per un errore non meglio specificato trasformatosi in una grancassa mediatica sino a far dubitare a qualcuno che di errore si trattasse) e subito dilagato sui siti di file sharing.

Il disco era stato presentato dall’ultimo dei rocker come frutto del «migliore materiale inedito accumulato nell'ultimo decennio», con contributi degli scomparsi Clarence Clemons e Danny Federici, ma soprattutto di Tom Morello, chitarra combat rock degli Audioslave e dei Rage Against The Machine, assunto per sostituire in un tour Steven Van Zandt, lasciando però memoria del suo passaggio in ben otto tracce su dodici del disco, che rilegge con elettricità il Bruce di «Down in the hole», «The ghost of Tom Joad» e «American skin» (scritta dopo l’assassinio - con 41 pallottole - dello studente liberiano Amadou Diallo da parte di quattro poliziotti americani: aveva tirato fuori il passaporto, ma per loro si trattava di una pistola) ma anche gli inarrivabili Suicide di «Dream baby dream», un vero viaggio al termine della notte, ed i Saints di «Just like fire woulds», tributo a un’altra band seminale.

L’uomo nato per correre corre più del solito e sa di scontentare i puristi, lo zoccolo duro che premia ogni suo show: «Il modo migliore per descrivere questo disco è che è un po' un’anomalia», ammette lui, che impegnato in tour ha dovuto accontentarsi di un disco discontinuo, costruito sul meglio dei suoi leggendari archivi. La title track è un inno folk dei misconosciuti Havalinas, già ripreso nell’ep del ’96 «Blood brothers». Gli inediti sono rimasti per anni nel computer del Boss: «Harry’s place» e «Down in the hole» dovevano essere su «The rising», «Heaven’s wall» e «This is your sword» potrebbero venire dal progetto di un cd gospel, «Hunter of invisible game» è un valzer cattolico e dylaniano (più Jakob che Bob), «Frankie fell in love» ha strumentazione country, «The wall» rende omaggio a Walter Cichon, rocker del suo New Jersey caduto in Vietnam.

Per qualcuno si tratta di raschiare il fondo del barile, magari per far pubblicità all’ennesimo giro di concerti. Per qualcuno di una svolta coraggiosa, più elettrica, persino elettronica. Forse, per una, e una sola, volta, la verità sta nel mezzo, e dice di un musicista ancora inquieto. Che si affida per il lancio in America alla serie tv "The good wife": tre brani saranno inseriti in anteprima nella puntata in onda il 12 gennaio.
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