Clementino rapper e attore: «Versatile e comico: non faccio troppe cose»

«Will Smith è uno dei miei modelli, ha iniziato con il rap e ora... Se ti siedi sei finito»

Clementino sul set
Clementino sul set
Federico Vacalebredi Federico Vacalebre
Giovedì 7 Settembre 2023, 11:00
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Clementino come non lo avete mai visto. Con gli occhiali, con una barbetta ed un appeal da nerd, imbranato, con un problema di... dimensioni. Vabbè, non sveliamo troppo, ma è davvero curioso il ruolo del rapper venuto da «Nola York», come gioca a dire lui, in «Uomini da marciapiede», film di Francesco Albanese in uscita oggi al cinema: anteprima con parte del cast stasera ai cinema The Space di Napoli e Nola, naturalmente.

Finalmente una commedia, un ruolo comico, Clem?
«Proprio così, era un ruolo che desideravo da tempo, e quasi avevo dimenticato di averlo girato».

Dimenticato?
«Il film, prodotto da Gsnesis, Run Film e Rai Cinema, è stato girato ormai tre anni fa, tra Rieti, Gubbio, posti bellissimi che mi hanno permesso anche di fare un po' il turista, e non solo: ho portato tutto il cast a vedere un concerto di Loredana Bertè.

Naturalmente sono salito sul suo palco per scatenarmi al suo fianco in un freestyle».

Partiamo proprio dal cast, allora.
«Bello lavorare al fianco di Francesco Pannofino, di una veterana come Fioretta Mari, di protagonisti come Francesco Ruffini, Herbert Ballerina e lo stesso regista, napoletano doc. Per non dire della bellezza di Rocio Muñoz Morales».

La storia?
«Io sono Paco, il quarto, l'aggiunto degli uomini da marciapiede. Siamo durante i mondiali di calcio, quando gli uomini lasciano le donne sole per vedere le partite e le donne... Gabriele, Gennaro e Oscar sono messi malissimo, non sanno come tirarsi fuori dai debiti sino a inventarsi gigolò da strada, arruolando anche Paco. Non svelerei altro, anche perché sono passati tre anni dalle riprese e io il film ancora non l'ho visto».

Incasinato? Stasera sarai a Taranto con l'Orchestra Magna Grecia.
«Incasinato di brutto, anzi di bello: il tour estivo è stato lungo e ancora non è finito. Con Greg Rega a farmi da seconda voce e la mia band mi sono divertito un sacco e ho visto ogni volta folle esagerate, figurati se ho a disposizione un'orchestra intera. Fare le feste di piazza è facile? Sì, perché non c'è un biglietto, la gente viene gratis. No, perché tienile tu migliaia di persone ferme per un paio d'ore, senza che vadano via. Ci sono riuscito, direi: vengono a vedermi bambini, ragazzi, adulti e... molto adulti. Adesso vediamo quanti di loro verranno al cinema, quanti di loro si chiederanno se non faccio troppe cose».

Fai troppe cose?
«Faccio tante cose: la musica, la televisione ora anche il cinema e non escluderei mai il teatro. Will Smith è uno dei miei modelli, ha iniziato con il rap e ora... scrive le colonne sonore per i suoi film. L'hip hop è il mio linguaggio, ma mi piacerebbe farmi anche showman, attore... In America è normale, in Italia non so ancora se è permesso. Non lo faccio per portare a casa la pagnotta, quella mi sembra ormai assicurata, ma per divertirmi, per mettermi alla prova, per trovare nuove sfide con cui cimentarmi. E quella della sfida perenne è una delle regole del rap: se ti siedi sei finito».

Come hai costruito il personaggio di Paco?
«Come scrivo le mie rime: ascoltando, in questo caso guardando, nelle strade, osservando i personaggi che incontro. Clementino nerd è una sorpresa, spero, dopo aver fatto l'operaio in “Lamborghini” ed in attesa che esca “Neapolis” di Trudie Styler, in cui sono il narratore della storia della città porosa. Naturalmente per il film di Albanese ho scritto anche una canzone, “Femmena e n'ato munno”, la farò uscire al più presto».

C'è anche il calcio al centro di «Uomini da marciapiede».
«Sì, abbiamo girato durante gli Europei. Se l'avessimo fatto oggi avremmo usato lo scudetto del Napoli. A proposito: forza azzurri».

E finito il tour estivo che fai?
«Vacanze, volo a New York per ritemprarmi, ho bisogno di staccare la spina. Poi verrà un nuovo disco, ma prima di scavare dentro di me per trovarlo devo riempirmi. Sempre se il cinema non mi richiama prima. Ah, certo, c'è “The voice senior” e... dai, che sono un tipo versatile». 

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