L’elogio al talento dei piccoli fratelli Bennato in una lettera scritta alla madre nel 1958

La busta che conteneva la lettera
La busta che conteneva la lettera
di Gennaro Morra
Venerdì 28 Luglio 2017, 20:17
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Una lettera datata 29 gennaio 1958 e spedita a mamma Bennato da un’amica di famiglia, in cui si fa riferimento ai tre fanciulli di casa, già capaci di emozionare le persone con le loro performance musicali. Un’immagine della missiva, dove sono ritratte la busta e il foglio ingialliti dal tempo, è apparsa ieri sulla pagina di Facebook dedicata a Radio Cheyenne, l’emittente musicale che trasmette in streaming creata da Giorgio, il più piccolo dei fratelli Bennato. Il post è corredato anche di testo che evidenzia il passaggio che fa riferimento ai tre musicisti in erba.
 
«Il simpatico chitarrista», scrive l’autrice della lettera, ricordando Edoardo. Eugenio, invece, viene definito «Il suonatore di fisarmonica dal visetto dolce e malinconico». Per finire, Giorgio è descritto come «Il piccolo ometto che suona due strumenti e canta all'Aurelio Fierro». Poi la signora si augura di rivedere presto quei tre ragazzi, che con la loro musica hanno saputo donarle ore di serenità, riportandola a un tempo che credeva aver dimenticato del tutto.
 
Un cimelio tirato fuori dal baule dei ricordi di famiglia  che  risale a un’epoca in cui Edoardo aveva 12 anni, Eugenio 11 e Giorgio solo 9, ma evidentemente il loro destino era già segnato. Infatti, negli anni Settanta tutti e tre avrebbero intrapreso la carriera musicale: Edo “il rinnegato” sarebbe diventato uno dei maggiori esponenti del rock italiano; il più tradizionlista Eugenio si sarebbe dedicato alla musica popolare; mentre Giorgio, dopo aver tentato di lanciarsi come cantautore con un’apparizione a Sanremo, dove si presentò adottando il cognome della madre, Zito, per evitare di sfruttare la celebrità dei fratelli maggiori, ha continuato a lavorare nel campo delle sette note come autore e discografico. Col senno di poi, si può dire che l’autrice di quella lettera, che si firma Ernestina Illeiano, c’aveva visto giusto, elogiando il talento musicale di quei tre ragazzini ascoltati in una casa di Bagnoli in viale Campi Flegrei 55. Un indirizzo che vent’anni dopo sarebbe diventato mitico.
 
 
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