Marracash, concerto da Milano a Napoli: «Ma non sarà Jova Beach Party»

Lazza, Geolier, Madame e Guè sul palco di Agnano

Marracash da Milano a Napoli
Marracash da Milano a Napoli
Federico Vacalebredi Federico Vacalebre
Sabato 29 Aprile 2023, 08:02
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Il re del rap de noantri ha fatto la sua mossa: «Era ora che l'hip hop italiano avesse un suo festival. Dopo i palazzetti dell'anno scorso non sapevo come tornare sul palco: cercavo una nuova sfida. L'ho trovata, unendo Nord e Sud, Milano e Napoli, le due capitali di questo suono, di questa cultura». Marracash lancia così «Armageddon», titolo ripreso da una sua canzone, «pensando più alla ricostruzione che al giudizio finale però, come dimostrano i manifesti, con tanto di gru e lavori in corso», spiega Paola Zukar, sua manager e «dea» ex machina del rap nostrano.

Appuntamento il 23 settembre a Milano all'ippodromo Snai La Maura (l'anno scorso ci ha suonato Vasco Rossi, capienza 80.000 persone, più di San Siro, 50.000 biglietti già venduti), e il 30 settembre a Napoli, all'ippodromo di Agnano (qui la prevendita è a 20.000).

Annunciate, per ora, le teste di serie: Salmo, Fabri Fibra, Shiva e Paki (from Secondigliano) per la prima data; Lazza, il genius loci Geolier, di nuovo from Secondigliano, Madame e Marra e Guè alle prese con le canzoni di «Santeria» il menù del bis partenopeo.

«Ci saranno treni speciali, bus, altri artisti ed emergenti.

Inizieremo alle 17 per andare avanti sino a notte. Sono contento di avere Madame e altre ragazze si aggiungeranno, nel cinquantesimo compleanno dell'hip hop iniziamo a risolvere anche il problema di una scena solo maschile come siamo stati per anni», anticipa il quarantatreenne Fabio Bartolo Rizzo, Targa Tenco 2022, che, però, spalleggiato anche da Ferdinando Salzano di Friends & Partners, non vuole scoprire troppo le carte. Band sì o no? «Vedremo». Ospiti stranieri? «Sarebbe bello, ma nemmeno necessario». Interventi nei set degli amici-colleghi invitati? «Vedremo, ma io non sono Jovanotti e questo non è un beach party, guardo piuttosto a Drake e Travis Scott». Temi da rilanciare? «Quello della salute mentale, ma non so se oltre al mio flow ci saranno altre iniziative: stiamo ancora studiando il tutto. Il problema è grosso e non lo limiterei alla mala gestione politica: con i social, le identità parallele e il "fake" elevato a feticcio vedo ragazzi sempre meno felici». Altri argomenti cari? «Non voglio parlare di partiti, istituzioni, potenti. A me è cara la questione dei migranti, credo che affrontarla bene, in modo umano e solidale, eviti anche molti problemi futuri. Nel rap, poi, le seconde generazioni saranno la prossima sorpresa: la loro rabbia è vera e motivata, mica come certi ragazzini italiani che si fingono ribelli di strada. Sono appena stato in un centro di accoglienza di Save the Children a Torino: c'erano siriani, afghani, tunisini, gambiani, senegalesi, albanesi... Giovanissimi, spaventati, spesso appena arrivati senza conoscere la lingua. Ma uniti dal rap».

In rap signo vinces, insomma: «Sarebbe bello se Marrageddon potesse prendere piede, diventare un appuntamento fisso, un giorno sbarcare anche nella mia Sicilia. Per ora siamo nella capitale degli eventi e nella capitale della musica: la scena rappresentata da Geolier è fiorentissima, è esplosa di nuovo».

Qualche no incassato? «Sì, c'era chi era in tour per i fatti suoi, chi doveva chiudere o seguire il suo disco, cose normali. Io ho chiamato i miei amici di sempre, come Fabri e Guè, i numeri uno come Salmo, le star del momento come Lazza e Geolier, Madame che mi piace molto... Ci conosciamo un po' tutti, è bello avere un posto dove ritrovarsi solo in nome della nostra musica: è un festival rap e solo rap, senza ibridazioni con altri generi». Che, poi, vuol dire: «Niente elettronica o pop». Nemmeno la sua ex Elodie: «I rapporti sono buoni, ma questo è un festival rap».

Il conto alla rovescia sarà scandito da annunci per completare il cast e «singoli, anche collaborazioni, anche con quelli del Marrageddon». E se, dopo questa prova, lo chiamassero come direttore artistico di Sanremo? «Parliamo di fantascienza? All'Ariston, però, Amadeus mi voleva già quest'anno. La gara non fa per me, come ospite si può fare». 

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