Mogol al Giffoni Film Festival e quel messaggio di Battisti dall'aldilà

«Una medium telefonò alla mia segretaria dicendo di aver avuto un incontro con lui»

Mogol al Giffoni
Mogol al Giffoni
di Maria Francesca Troisi
Mercoledì 26 Luglio 2023, 20:02
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Giulio Rapetti, in arte Mogol, autore e paroliere celebre in tutto il mondo, si racconta ai giffoner, rivelando anche aneddoti di vita vissuta. Non a caso la sua è una delle testimonianze più intense di #Giffoni53. «Sono contento di parlare della vita con una platea di giovani – è il suo esordio – Sono cattolico e da tempo ho compreso che l'unico obiettivo delle nostre vite deve essere quello di tendere la mano agli altri, immedesimandoci in chi soffre. Niente è più importante della propria condotta, anche perché un domani porteremo con noi e lasceremo a chi resta solo la ricchezza interiore che siamo riusciti a costruire e a conquistare. La morte non è la fine – prosegue – Semplicemente entriamo in un'altra dimensione ed acquistiamo nuovi poteri. Per esempio possiamo entrare nei sogni e nei pensieri delle persone che ci hanno voluto del bene».

Da sempre vicino ad alcuni degli artisti più noti, da Battisti a Mango e Celentano, ha poi ricordato una canzone che da tempo è ammantata da uno strano mistero, “L’arcobaleno”. Il celebre compositore ha raccontato ancora la genesi, tra sogni, medium e misteri indecifrabili. «Dopo la scomparsa di Lucio Battisti, una medium che lavorava a Barcellona come docente d’italiano telefonò alla mia segretaria Daniela dicendo di aver avuto un ‘incontro’ con lui.

L’aveva pregata di contattarmi perché scrivessi le parole di una sua canzone, dedicata a me, riguardante l’arcobaleno. Lì per lì, ovviamente, rifiutai».

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Ma qualcosa gli fece cambiare idea: «Una settimana dopo quella chiamata, sulla rivista ‘Firma’ del Diner’s Club uscì una storia di copertina in cui il direttore Giulio Caporaso raccontava di aver sognato Battisti che gli aveva parlato di un pezzo sull’arcobaleno. Rimasi turbato. Una sera, parlando della cosa a cena con Adriano (Celentano ndr) e Claudia Mori, dissi che, anche volendo, non avrei potuto comporla perché mancava la musica. A tavola c’era pure Gianni Bella, che tirò fuori un’audiocassetta dicendo di avere con sé una melodia appena composta». Il resto è facilmente immaginabile, il paroliere si mise subito all'opera. «Avevo un solo dubbio sul verso ‘L’arcobaleno è il mio messaggio d’amore può darsi un giorno ti riesca a toccare’ perché l’arcobaleno non si può toccare». Ma una settimana dopo, in macchina col figlio, si ritrovarono circondati da un enorme arcobaleno abbagliante, segno che il testo era giusto così. Infine confida una nuova coincidenza che ha dell’incredibile, di un altro arcobaleno spuntato il giorno che precede la morte di Mango, «uno dei più grandi, un artista internazionale».

Tu chiamale se vuoi emozioni.

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