Giampaolo Morelli: «Per le feste divento babbo Natale»

«Punto sull'utilità di internet: a volte, la realtà vera è più deludente di quella virtuale»

Giampaolo Morelli
Giampaolo Morelli
di Alessandra Farro
Giovedì 23 Novembre 2023, 11:00
4 Minuti di Lettura

Maglietta grigia, giacca scura, pantaloni a sigaretta e occhiali da sole a coprirgli gli inconfondibili occhi azzurri che qualche fan chiede impudicamente di svelare per il selfie di rito, Giampaolo Morelli si è esibito ieri alla guisa di uno stand up comedian sul palco di una nave da crociera Msc attraccata nel porto. Dal pubblico c'era chi reclamava il suo ritorno nei panni dell'ispettore Coliandro, e della serie Rai in cui l'attore napoletano ha interpretato il protagonista per otto stagioni, e chi sperava che lo show non fosse che la presentazione di uno spettacolo teatrale più ampio.

Morelli, rispondiamo ai curiosi? Coliandro torna? E lei si dà al teatro?
«Sull'ispettore c'è poco da dire, siamo pronti per tornare a girare, aspettiamo solamente l'ok dalla Rai.

La fiction non ha avuto un percorso facile, ma ormai ha un suo pubblico e dobbiamo accontentarlo. Uno spettacolo mio, invece, potrebbe nascere, chissà. Intanto il monologo sui selfie è un'anteprima da “Falla girare 2 - Offline”».

E, allora, veniamo al sequel del suo film per Amazon, ambientato a Napoli con cast principalmente partenopeo.
«Come il primo film, nasce dalla voglia di realizzare un prodotto diverso dalle solite commedie italiane. Si tratta di un'action comedy, che cerca di trattare il tema della libertà in maniera leggera, ironica e riflessiva. La banda di magnifici perdenti di cui il mio personaggio fa parte con Ciro Priello, Laura Adriani, Fabio Balsamo e Giovanni Esposito, si allarga con l'influencer Valeria Angione, mentre Christopher Lambert veste i panni del cattivo. Stavolta i protagonisti si troveranno a dover fare i conti con un mondo in cui la rete viene vietata da un dittatore che vuole avere il pieno controllo sui suoi sudditi».

La libertà viaggia sul web?
«Internet e i social consentono di esprimere il proprio parere, giusto o sbagliato che sia. Credo che l'unica maniera per far durare una dittatura oggi potrebbe essere privare gli italiani del diritto a connettersi».

Maccio Capatonda è appena uscito proprio su Amazon con una commedia simile, «Il migliore dei mondi».
«Si vede che l'argomento è scottante, ma le nostre sono due narrazioni molti diverse, nel film di Maccio il protagonista si ritrova a vivere in un mondo in cui la tecnologia non è mai stata sviluppata oltre al 1999. Nel mio, invece, cerco di puntare sull'utilità di internet. A volte, la realtà vera è più deludente di quella virtuale».

Dal primo dicembre sarà su Sky con «Non ci resta che il crimine» e a Natale su Netflix con «Un Babbo Natale per amico».
«La serie per Sky è tratta dalla trilogia sul crimine diretta da Massimiliano Bruno. Nella serie recito sempre a fianco di Marco Giallini e Gian Marco Tognazzi, questa volta torniamo indietro nel tempo fino agli scoppiettanti anni Settanta, un periodo molto interessante da rappresentare, dalle mode alle macchine, dalla musica al grande fermento politico che viveva l'Italia a quel tempo. Per il trio rappresenterà un'occasione per ritrovare se stessi e la loro amicizia che si stava affievolendo. Per quanto riguarda invece il film per Netflix, si tratta di una commedia per la famiglia in cui interpreto Babbo Natale, da qui il titolo».

Napoli è sempre centrale nei suoi lavori e quando non c'è lascia che si mostri attraverso la sua «napoletanità», a breve sarà sul set a Roma con Carolina Crescentini per «Come incasinare i tuoi genitori» di Gianluca Ansanelli, interpreterà un napoletano anche qui?
«Napoli riesce a trasformarsi in una maniera incredibile. Se si gira un poliziesco, diventa un perfetto scenario losco, se si gira una commedia romantica ha il giusto appeal sentimentale, e così via. Io cerco di portare la mia napoletanità in tutto quello che faccio, ma senza cadere negli stereotipi, come farò anche nella commedia di Ansanelli». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA