Massimo Giletti torna in Rai: oggi la firma del contratto. Dalla lite con Cairo ai nuovi programmi, cosa farà

«Farò un passo avanti con la Rai, una serie di eventi interessanti nei prossimi cinque mesi»

Massimo Giletti torna in Rai: oggi la firma del contratto. Dalla lite con Cairo ai nuovi programmi, cosa farà
Lunedì 25 Marzo 2024, 11:34 - Ultimo agg. 26 Marzo, 08:05
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Dopo sette anni e dopo l'apparizione di fine febbraio alla guida di «La Tv fa 70», Massimo Giletti torna ufficialmente in Rai. Oggi la firma del contratto che lo legherà alla Rai per la realizzazione di diversi progetti editoriali. «Siamo molto soddisfatti - dicono l'Amministratore Delegato Roberto Sergio e il Direttore Generale Giampaolo Rossi - di riaccogliere uno dei volti più influenti della televisione italiana. Bentornato, Massimo, in quella che è stata per tanti anni la tua 'casà».

Il contratto

«Farò un passo avanti con la Rai, una serie di eventi interessanti nei prossimi cinque mesi», aveva annunciato il conduttore. Un contratto di cinque mesi, poi si vedrà: «Quello che farò dopo ancora non è chiaro ed è possibile tutto perché ho più offerte.

Trovo però che tentare di dare fiducia alla Rai in questo momento sia un atto sensato. Qualsiasi altra scelta farà rumore. Vedremo».

Annunciando  il suo ritorno a Viale Mazzini, Giletti su settimanele Gente aveva parlato anche della cancellazione del suo talk su La7 “Non è l’Arena”, per volontà dell’editore Urbano Cairo. Il talk show prodotto da Fremantle era giunto alla sesta edizione, nelle settimane successive diverse ricostruzioni avevano portato il “caso Giletti” al centro della scena. Da una parte la decisione legata a costi e ascolti, dall’altra parte le voci sulle discusse puntate con Salvatore Baiardo. «Quello che ho vissuto è stato il tradimento di una persona che consideravo un vero fratello: non voglio parlare della questione giudiziaria, entro nel merito di quella umana - disse - Non mi sarei mai aspettato che la persona che mi abbracciò quando morì mio padre e che mi trovai all’improvviso alle spalle nella giornata in cui lo seppellivo, potesse, senza dirmi nulla, senza neppure guardarmi negli occhi, senza darmi una parvenza di motivazione, chiudere non solo un programma, ma chiudere un rapporto umano. Nel momento in cui io affrontavo un certo tipo di temi, davvero delicatissimi, la libertà è venuta meno. Non siamo pronti per aprire certi cassetti, evidentemente. Forse Cairo non poteva dirmela, la verità»

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