Canottieri Napoli: Alex Giorgetti
testimonial del primo torneo Voa Voa

Alex Giorgetti
Alex Giorgetti
di Diego Scarpitti
Mercoledì 4 Aprile 2018, 12:00
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Per un cristiano amare il prossimo è un comandamento di carità. Fare agli altri tutto quanto si vuole che gli uomini facciano a sé stessi la regola d’oro. Appena può, l’attaccante della Canottieri Napoli, Alex Giorgetti, fervente praticante, si mette a disposizione dei piccoli e si prodiga in favore di quanti necessitano del suo aiuto. Non nuovo ad iniziative del genere, l’italo-ungherese, un uragano sempre in movimento e pedina inamovibile dello scacchiere di Paolo Zizza, al secondo anno con la calottina del Molosiglio, è stato testimonial al primo torneo di pallanuoto Voa Voa. «Mi hanno chiesto di essere presente. Hanno voluto intestare la piscina Paganalli di Firenze alla piccola Sofia, un po’ come il campo di Coverciano per Davide Astori. Esperienza divertente e costruttiva per i bambini e le famiglie» racconta il plurititolato campione, che ha trascorso il suo personale Lunedì dell’Angelo dal sapore particolare. Una bella iniziativa di sport e solidarietà, ideata da Guido De Barros, fondatore dell’associazione Voa Voa. Un papà supereroe, che ha deciso di trasformare il suo dolore, indossando i panni di IronDad. Si è reso utile, non lasciandosi frenare dalla tegola che avrebbe messo in crisi chiunque.
 
 

«Nutrita partecipazione di ben nove squadre under 11. Premiati tutti» spiega il papà di Sofia, che illustra le finalità dell’onlus, di cui sono amici Nek e Lorella Cuccarini. «E’ una giovane associazione nata per dare assistenza socio-sanitaria, sostegno psicologico, legale ed economico alle famiglie con figli colpiti da patologie rare neurodegenerative diagnosticate in età pediatrica, così come successo a Sofia, scomparsa il 30 dicembre scorso». Si promuovono campagne di sensibilizzazione e si finanzia la ricerca scientifica, che incoraggia progetti innovativi, orientati al miglioramento delle condizioni di vita dei bambini sintomatici, spesso invisibili, in quanto rari e compromessi irrimediabilmente dalla malattia». Cultura dell’inclusione che si oppone alla “logica dello scarto”. «Nel segno della continuità. Voa Voa aveva già iniziato il suo percorso associativo con Sofia in vita. Andiamo avanti per dare più forza e visibilità alle famiglie con questo genere di patologie, che vivono in un contesto di sofferenza e di emarginazione dalla società, affrontando situazioni pesantissime» spiega De Barros, spinto dalla volontà di portare questa causa all’attenzione pubblica. «Credere Amare Resistere!». Alex Giorgetti ha fatto suo questo motto.
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