Giovanni Esposito, l'argento
del riscatto con vista Tokyo

Giovanni Esposito
Giovanni Esposito
di Diego Scarpitti
Venerdì 19 Febbraio 2021, 21:35 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 08:18
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«Desideravo molto questa medaglia. Thanks God». Deve avere un legame speciale il napoletano Giovanni Esposito con Israele. Due anni fa l’atleta delle Fiamme Azzurre, già campione del mondo cadetti nel 2015, mise al collo l’argento, conquistato al Grand Prix di Tel Aviv. Stessa location e medesimo risultato questa volta al Grand Slam. Ha alzato decisamente l’asticella il judoka della Polizia Penitenziaria, riscattandosi dopo un periodo complicato, messo alle spalle. Da incorniciare il secondo posto con cinque vittorie sul tatami e punti pesanti totalizzati per la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo.

 

«Sono veramente soddisfatto. E’ la mia prima medaglia al Grand Slam», racconta entusiasta il classe 1998. Prova superlativa sfoderata sulla materassina. «Ho battuto avversari titolati come il georgiano Lasha Shavdatuashivili, campione olimpico di Londra 2012 nella categoria 66 kg. Peccato soltanto per la finale: avevo già vinto due volte con il rumeno Alexandru Raicu, abile a cambiare la strategia di gara».

Percorso eccezionale quello compiuto da Esposito (73 kg), che si è fatto valere e ha messo ko competitors di altissimo livello. Primo a cadere Victor Scvortov degli Emirati Arabi Uniti, liquidato con wazari di tai otoshi nei primi 20 secondi, poi l’ungherese Frigyes Szabo, eliminato con wazari di sode tsuri komi goshi al 32esimo secondo di golden score. Sorretto da convinzione crescente e forza straordinaria, il campione partenopeo ha superato Akil Gjakova (Kosovo), piazzando ippon con shime waza al minuto 3’34” di golden score. Battuto anche il tedesco Igor Wandtke con doppio wazari (o uchi gari e sumi gaeshi) in 1’46”.

Un vero portento Esposito, tanto da archiviare la semifinale contro il temibile Shavdatuashivili (wazari con ko soto gake al secondo minuto di golden score).

«Sono davvero convinto che l’oro arriverà presto. Posso giocarmela con tutti e fare di più. Si preannunciano buone prospettive per il futuro», osserva fiducioso Giovanni, che ha ricevuto i complimenti del fratello Antonio. «Dedico il trionfo alla mia famiglia, al gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre e al maestro Raffaele Parlati della Nippon Club di Ponticelli». Dall’ombra del Vesuvio al Monte Fuji continua il sogno a cinque cerchi del talentuoso judoka napoletano.  

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