Manuel Parlati e la medaglia d'oro:
«Rosario Livatino e legalità modelli di vita»

Manuel e Massimo Parlati
Manuel e Massimo Parlati
di Diego Scarpitti
Lunedì 7 Giugno 2021, 10:43
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Vittorie e legalità. Studia all'istituto superiore Rosario Livatino di San Giovanni a Teduccio, il liceo scientifico ad indirizzo sportivo intitolato al giovane magistrato assassinato dalla Stidda nel 1990 e beatificato dalla Chiesa per volere di Papa Francesco. Per chi pratica judo il rispetto delle regole e dell’avversario è tratto  essenziale ed elemento distintivo. Se poi il modello di Manuel Parlati, vincitore delle finali nazionali cadetti, è il giudice ragazzino, «martire per la giustizia, testimone della fede», allora ogni tassello si sistema al suo posto. Deve aver portato decisamente bene qualche giorno fa la visita del prefetto di Napoli, Marco Valentini, ai ragazzi della Nippon Club, tanto da posizionarsi ad Ostia sul gradino più alto del podio nella categoria 60 kg con il figlio d’arte e con Vincenzo Manferlotti nei 55 kg.

 

«Avevo ottenuto già due medaglie di bronzo al campionato italiano under 15 nel 2017 e in quello under 18 nel 2019, ma è la prima volta che conquisto un titolo nazionale che mi apre le porte delle rassegne internazionali. Parteciperò, infatti, alla Coppa Europa a Porec in Croazia e ad altre European Cup, con la speranza di poter accedere al Campionato d'Europa a Riga, in Lettonia, a metà agosto», dichiara soddisfatto Manuel Parlati, classe 2004. Ascolta musica per concentrarsi prima di salire sul tatami. Cinque incontri disputati e altrettante vittorie. In rapida successione capitolano sulla materassina Costantino Patta (Asd Budokan Institute Bologna), poi Daniele Braconi (Judo Club Sakura Osimo), Gabriele Del Seppia (Judo Piombino). Derby in semifinale con Davide Esposito (Nippon Club Napoli), in finale superato Francesco Sampino (Hydra Palermo).

Judo passione e tradizione di famiglia. «Da quando sono nato sono stato catapultato in questo mondo. Alla Nippon Club di Ponticelli ho iniziato a gattonare e ho imparato a camminare. Mio padre Massimo e mio zio Raffaele sono i miei punti di riferimento sul fronte sportivo, educativo e formativo», racconta Manuel. «In questi ultimi due anni mio cugino Enrico delle Fiamme Oro si è preso cura di me, supportandomi e sopportandomi, ed è soprattutto grazie a lui che ho vinto il titolo d'Italia, trampolino di lancio per traguardi molto più importanti».

Sogna in grande Parlati junior sulle orme del suo mito. «Ammiro mio cugino Christian, atleta della Polizia di Stato, che parteciperà alle Olimpiadi di Tokyo: un esempio da imitare», rivendica orgoglioso. «Trascorro l’intera giornata in palestra, poichè questo sport rappresenta per me e la mia famiglia la nostra vita». Sudore, dedizione, sacrifici. «Mi alleno anche 4-5 ore al giorno, e fortunatamente riesco a conciliare studio e attività agonistica con impegno, ottenendo buoni risultati», conclude lo studente al terzo anno del liceo Rosario Livatino. Regole e successi sono di casa a Ponticelli.

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