Mondiali di nuoto, esulta ancora l'Italia: Ceccon d'argento nei 100 dorso, secondo posto anche per Quadarella nei 1500 stile libero

Gli azzurri conquistano altre due medaglie a Fukuoka

Mondiali di nuoto, esulta ancora l'Italia: Ceccon d'argento nei 100 dorso, secondo posto anche per Quadarella nei 1500 stile libero
Mondiali di nuoto, esulta ancora l'Italia: Ceccon d'argento nei 100 dorso, secondo posto anche per Quadarella nei 1500 stile libero
Martedì 25 Luglio 2023, 14:36 - Ultimo agg. 26 Luglio, 08:54
6 Minuti di Lettura

Veleno d’argento per l’Italia ai mondiali di nuoto a Fukuoka. “Veleno” è come la mamma chiamava Simona Quadarella fin da piccola, per via del suo caratterino, e questo è un veleno dolce. Amarognolo, invece, il sapore di quello conquistato da Thomas Ceccon che, dice, «avevo vinto ai 95, 97, 98 e forse 99 metri, al centesimo ho perso». E, a proposito di centesimi, di appena 5 come riferimento cronometrico. Una cosa da "son contento ma mi dispiace" per l’uomo dal baffo d’oro, un “bella, bella, bella” per Simona mentre accarezza la medaglia.

Prima tra gli umani

Aveva ben donde, la nuotatrice romana: davanti a lei non c’era che Katie Ledecky e diciamo subito alcune cose: per l’americana di Washington questo oro era il suo quindicesimo individuale, quanti Phelps che lei dovrebbe sorpassare prossimamente negli 800; era il quinto oro nella specialità che praticamente non perde da Londra 2012, Olimpiadi; il suo tempo di Fukuoka è stato di 15:26.27, che è il terzo di sempre mai nuotato al mondo e che ha portato la dotazione all time di Katie a 16, dal mondiale in giù; la diciassettesima è dietro di 18 secondi! La Ledecky ha nuotato 14 delle 30 vasche sotto i 31 secondi e non è mai andata sopra i 31.50. Una così quando la batti? Oddio, a dirla tutta la Pellegrini ci riuscì a metterle la mano davanti: ma era sui 200 metri. I 1500 sono la sua gara vera.

Mondiali di nuoto, domani Paltrinieri va a caccia dell'oro negli 800 stile libero

Sono anche quelli di Simona, la gara del cuore. Cominciò così, con un bronzo mondiale su questa distanza a Budapest 2017 la storia di questa “Ledecky de noantri” e perciò è una gara che la ha innamorata e che l’ha pure tradita talvolta. Per questo oggi, dopo l’argento in 15:43.3, che solo una volta ha fatto di meno, aveva le lacrime agli occhi. «Volevo tornare ai precedenti, a prima del ’22 senza medaglia; ero nervosissima, mai stata così in tesnione; ma appena mi sono tuffata, l’acqua s’è portata via l’ansia ed ho fatto la mia gara d’attacco».

Lontano sì dalla Ledecky, ma macinando le colleghe terrene, l’australiana Allister che cercava di tenerle testa ma lei la squagliava, e la cinese Li, che s’acquattava dietro il gruppo per sfoderare un tanto bello quanto inutile finale.

L’argento di Simona non è mai stato in dubbio, né verso l’oro né verso il bronzo. «Lo dedico alla mia famiglia, a mio papà che è qui, a mia mamma che comunque mi fa sentire la sua presenza; senza il sostegno loro…». E anche senza il pungolo della sorella Erika, nuotatrice anche lei, di valore anche lei, che però poi scelse lo studio e la vita, ma Simona ormai aveva il chiodo di fare meglio. L’ha fatto. E a Fukuoka, come dice lei, si è «tolta un peso dallo stomaco». Il peso del tradimento dei 1500 contro di lei agli ultimi mondiali ed a Tokyo. «Ci vuole tanto lavoro, tanto allenamento, tanto equilibrio mentale; è stato un anno complicato, ma ora ho trovato tutto; e ci vediamo fra tre giorni, per gli 800».

La fame di Ceccon

«Avevo vinto, ma ho perso: ho buttato l’arrivo, gli americani lo sanno fare e dunque ho margini di miglioramento» dice Ceccon, che è il simbolo del nuoto che avanza ed in Italia è avanzato fino ai trionfi recenti, perché una volta per un argento si sarebbero accese le luminarie e fatti i botti, adesso ci si può restar male. “Solo” un argento: è una stilettata per la salute mentale, ma una verità quando si ha un Ceccon, il vicentino campione e primatista del mondo dei 100 dorso, che sbaglia il tocco e perde (52.22 per l’americano Murphy, che dice «quando so di dover affrontare Ceccon il cuore mi va a mille», 52.27 per il nostro Thomas”.

 

«Avrò più fame l’anno prossimo» dice Ceccon che, va segnalato, in tre giorni mondiali ha vinto tre medaglie in tre stili. «Bisogna gareggiare il più possibile, in più modi possibili; qui mi restano i 50 dorso, che certo con come ho fatto la partenza oggi… e un po’ di staffette tra miste e miste miste. In vista di Parigi, magari verso dicembre, penserò a qualificarmi anche nei 200 dorso, nei 100 stile e magari nei 200 per dare una mano alla staffetta».

Ma l’ha detto al suo allenatore Burlina? «Ancora no; e quando dico queste cavolate lui ride». In realtà queste cavolate son il segreto di Ceccon: prendere il nuoto con allegria, che può ben sposarsi con la serietà e la fatica. Almeno questo accade a Ceccon che pensa di migliorare la partenza («ero fra due che partono a cannone e questo un po’ d’ansia me l’ha messa»), visto che non può migliorare lo starter un po' lento a Fukuoka, e l’arrivo. E anche l’in mezzo: «Ho nuotato peggio di ieri, ho nuotato male, capita anche questo».

Nella morsa cinese

Se Ceccon fa tre stili, non preoccupiamoci per il quarto, la rana: c’è Nicolò Martinenghi. Argento ieri nei 100, ha superato batterie e semifinali nei 50 e domani farà la finale stretto fra due cinesi, il solito Qin Haiyang che ha vinto i 100 ed ha il miglior tempo d’accesso (26.20 contro il 26.4 dell’azzurro) e Sun Jiajun, terzo con 26.78. Era andato meglio la mattina, come del resto Simone Cerasuolo che, nono in 27.07, ha perso la finale d’un centesimo. Martinenghi è fiducioso: «Domani è un altro giorno, si vedrà».

Popovici fuori podio

Parte a tutta David Popovici, il fenomeno rumeno, nei 200 stile libero; ma quando la piastra è in vista non ne ha più e si concretizza, d’oro e d’argento, la rimonta inglese con Matthew Richards, 1:44.30 e Tom Dean, 1:44.30, con prenotazione da  Buckingham Palace per la staffetta 4X200 (nella 4x100 furono squalificati. Popovici, stremato, chiude in 1:44.90; si siede dove può e dice: «È bello vincere, ma nessuna prestazione si butta via, perché si può vincere o perdere». Stavolta ha perso, ma arrivano i 100 per rifarsi.

E Biedermann, intanto, può ancora dormire da primatista del mondo del 2009. Cosa che Ariarne Titmus o Summer McIntosh vorrebbero impedire da domani alla Pellegrini.
Gli altri ori di giornata sono andati a Kaylee McKeown, Australia, nei 100 dorso (57.53), ed alla lituana Ruta Meylutite, 100 rana, 1:04.62, che oltre un decennio dopo esser stata la ragazza prodigio a Londra 2012 ed aver attraversato le ombre della depressione, è tornata al più grande livello.

© RIPRODUZIONE RISERVATA