Nuoto, Mora di bronzo nei 200 dorso. Rana, Martinenghi e Cerasuolo sul podio nei 50. Per gli azzurri rimpianto 4x100 mista: terzi nel medagliere

Delusione per Benedetta Pilato: solo un settimo posto nei 50 rana. Anche Margherita Panziera manca la medaglia nei 200 dorso

Nuoto, Mora di bronzo nei 200 dorso. Rana, Martinenghi e Cerasuolo sul podio nei 50. Per gli azzurri rimpianto 4x100 mista: sono terzi nel medagliere
Nuoto, Mora di bronzo nei 200 dorso. Rana, Martinenghi e Cerasuolo sul podio nei 50. Per gli azzurri rimpianto 4x100 mista: sono terzi nel medagliere
di Piero Mei
Domenica 18 Dicembre 2022, 15:37 - Ultimo agg. 17:13
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L’Italia ha chiuso il suo più bel mondiale di nuoto in vasca corta di sempre con quattro medaglie l’ultimo giorno, un argento e tre bronzi, e con un record europeo e uno italiano. E se il conto totale del medagliere, che vede gli azzurri al terzo posto dietro gli americani e gli australiani, cioè gli imbattibili in vasca, lunga o corta che sia, è di 16, pari a quello di Abu Dhabi la volta prima, il 5-6-5 oro, argento e bronzo di Melbourne 2022 migliora di un passetto il 5-5-6 di Abu Dhabi. In tempo di postCovid e di costi dell’energia che travolgono le piscine (“si nuota nell’acqua calda” è stato il mantra di Paolo Barelli per spiegare il dramma che le piscine stanno vivendo). 

NUMERI SENSAZIONALI 
Questo medagliere impensabile da primi in Europa - il che è una conferma - è fatto di due primati del mondo, di quattro europei, di otto italiani, di 19 personali migliorati e di 28 presenze nelle finali delle 48 gare che erano in programma per i ragazzi e le ragazze della ciurma azzurra, con Capitan Greg, quel Paltrinieri che è stato capace di vincere i 1500, primo italiano a far sua la stessa gara in due edizioni della vasca corta, ed anche primo vincitore della nuova prova, gli 800 stile libero.

IL RAMMARICO CHE CI STA 
Perfino la parola “rammarico”, che è molto ricorsa nelle dichiarazioni dell’ultimo giorno, in quest’orgia di medaglie non suona sbruffona: ci sta. Se è andata benissimo, poteva andare ancora meglio, come dice Nicolò Martinenghi, per gli amici Tete, che nell’ultima sessione s’è preso l’argento individuale nei 50 rana ed ha contribuito al bronzo della 4x100 mista.

INCREDIBILE STAFFETTA FINALE 
La staffetta di chiusura è stata la più pazza del mondo.

S’è conclusa con Australia e Stati Uniti in parità al centesimo, 3:18.98, record del mondo spazzato via, per gli australiani grazie all’ultima frazione di Kyle Chalmers, 44.63, per gli americani grazie alla combinazione dorso-rana d'apertura con Murphy e Fink che già avevano vinto nei propri stili le due gare individuali del giorno, i 200 dorso (Murphy ha preso l’oro in tutte e tre le prove individuali) e i 50 rana (Fink due ori e un argento nello stile). A questa eccellenza ha partecipato, e non da comprimaria, la staffetta azzurra fatta da Lorenzo Mora, Martinenghi, Matteo Rivolta e Alessandro Miressi che ha chiuso in 3:19.06, togliendo il primato ormai solo europeo alla Russia, quel 3:19.16 del 2009 che fino al tocco contemporaneo di Chalmers e Murphy era stato pure record del mondo.

E’ ANDATA COSI’ 
Murphy attaccava subito, e Lorenzo Mora, che era già stato di bronzo nei 200 dorso, restava al previsto distacco di un mezzo secondo con il suo 49.48; Fink allungava ancora, 54.88 contro il 55.62 di Tete; la rimonta era affidata a Matteo Rivolta, che, 48.50, metteva nel mirino di Miressi gli americani. Il lungagnone torinese sembrava farcela, e forse per un attimo… del resto la sua frazione è stata di 45.56, più veloce dell’americano Smith sì, ma da dietro arrivava l’iradiddio di Chalmers. “Volevamo confermare l’oro, ma gli altri sono andati più forte” è realistico Mora. “Due ori sono scappati via, ma abbiamo dato tutto” è il famoso “rammarico” di Martinenghi.

DUE RANE CON MEDAGLIA 
Nei 50 rana dietro la mano vincente di Nic Fink, 25.38 ci sono mani italiane, in una inedita doppietta da premiazione: Martinenghi è secondo in 25.42 (quattro centesimi, una cifra fatale nel bene e nel male in questi mondiali), il debuttante Simone Cerasuolo, 25.68, è terzo, e “gracida” sul collo di Tete. Il quale era primo alla virata ma ne è uscito secondo dietro Fink e anche l’arrivo…. “E’ su questi particolari che dovrò lavorare: in sequenza mondiali europei ho perso prima di 2, poi di 3, poi di 4 centimetri; è qui che bisogna migliorare” dice Martinenghi, la voce principale del “rammarico”. Cerasuolo è naturalmente soddisfatto di sé e dell’Italia tutta e ci tiene a una dedica speciale: “E’ per Cesare Casella, il mio allenatore, che per me è un secondo padre e lo ringrazio per tutto quello che fa per me”. A proposito di rane c’è da dire del settimo posto di Benedetta Pilato, la formidabile Benny che 14enne strabiliò mondo e mondiali. Ne avrà 18 a gennaio e sta costruendo il suo nuovo equilibrio di donna fatta. “Non è un periodo facile per me; al massimo potevo puntare al terzo posto. Ora c’è da resettare tutto e ricominciare da capo guardando alla stagione in vasca lunga. Che non ero in forma lo sapevo, e di più non potevo”. Ha vinto la ritrovata lituana Melutyte, tornata in cima dopo stagioni d’appannamento. Lo farà anche Benny?

IL RECORD DI LOLLO

Lorenzo Mora prende il bronzo nei 200 dorso: 1:48.34 che migliora il record italiano che era già suo. “Volevo fare una cosa alla Genova”, quando fece il primato con il negative split. “Ma sono stanchissimo, forse ho esagerato a risparmiare all’inizio”. Ha appena il tempo di dirsi contentissimo del suo mondiale, perché di lkì a poco andrà a prendersi la medaglia in premiazione e subito dopo, senza un attimo di tregua, anche quella da primo frazionista della sullodata staffetta.

I QUINTI E GLI ALTRI

Matteo Rivolta è quinto nei 100 farfalla, 49.13 che sono vinti dall’uomo che fermò Phelps a Londra 2012, il sudafricano Chad LeClos, 48.59; quinta è anche Margherita Panziera nei 200 dorso, 2:02.18, ma si sa che non è da vasca corta, “e questo mondiale non lo avevo nemmeno preparato”. Ha vinto l’australiana MeKewon, 1:59.26, solo lei sotto i due minuti. Cadono primati: la canadese venuta dalla Cina, MacNail, fa suo, 54:05, quello dei 100 farfalla, le americane si prendono quello della staffetta mista oltre a tutto il cucuzzaro del medagliere.

LA GARA DI FEDE

I 200 stile libero, la gara di Federica Pellegrini specie quando la piscina era olimpica, sono della Haughey, ragazza di Hong Kong ma su questa distanza si assiste, al maschile, a una performance strabiliante: non è quella del rumeno Popovici, che comunque si comporta bene con la novità della vasca corta, tutta virate ed arriva secondo in 1:40,79 (David saluta l’Italia in tv dicendo “buonanotte”, non si regola con il fuso), bensì è quella del coreano del sud, Hwang Sun-woo, classe 2003, che chiude in 1:39.72 e fa la barba al mondiale di 1:39.37 che risale a Paul Biedermann ed al tempo che i costumoni nuotavano da soli.

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