Nadal commenta anche la scelta dello zio Toni Nadal di non essere più il suo allenatore dalla fine del 2017. «Toni è del tutto libero, come lo è stato sempre, di prendere le proprie decisioni e di scegliere ciò che più lo rende felice. Forse per lui è arrivato il momento di dedicarsi più ad altre priorità e l'accademia rientra tra queste, è un progetto molto ambizioso. Inoltre non dobbiamo dimenticare che ha famiglia, tre bambini e due di loro giocano a tennis. Gli piacerà seguire da vicino come evolveranno perché a lui piace molto l'allenamento formativo. È stato con me per tutta la vita e con lui il rapporto è stato un pò speciale: ho vissuto ogni giorno con lui e gli sono molto grato per tutto quello che ha fatto per me». Nel torneo messicano il vincitore di 14 prove dello Slam è accreditato della seconda testa di serie e pubblico e organizzatori sognano una finale contro Novak Djokovic (sarebbe la 50esima sfida tra i due) numero uno del seeding. «Sarei felice se accadesse. Per i giocatori il fatto che Novak sia in tabellone è sempre una brutta notizia. Ma per il torneo è fantastico che ci siano degli ottimi giocatori, è il miglior tabellone di sempre per Acapulco». Nadal chiude sottolineando che un decimo titolo al Roland Garros per lui non rappresenta un'ossessione: «Il mio grande obiettivo ora è il torneo di questa settimana.
Certo, se arriverò bene a Parigi penso di poter avere un'altra chance di vincere, ma non è un'ossessione. Quest'anno mi sento felice ogni settimana ed è la cosa più importante dopo i problemi fisici del recente passato».