Vincenzo Boni, un sorriso da Oscar dello Sport 2017

Vincenzo Boni
Vincenzo Boni
di Diego Scarpitti
Giovedì 26 Ottobre 2017, 13:18
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The winner is….. Ricorrente in ogni premiazione, udita più e più volte, rullo di tamburi e attimi di suspense, la celebre formula verrà utilizzata per conferire l’Oscar dello Sport 2017 a Vincenzo Boni per i prestigiosi risultati agonistici conseguiti. A tributare il prezioso riconoscimento al nuotatore paralimpico nella sede del Coni Campania, Vincenzo Petrocco, presidente dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport – “Sezione Fratelli Salvati” di Napoli. Intende andare lontano Boni, sgretolare la paura in vasca, nonostante la Charcot Marie Tooth. Il suo un sogno (realizzato) a cinque cerchi sin da bambino, coronato con il bronzo nei 50 m dorso S3 a Rio de Janeiro nel 2016. Prima partecipazione alla Paralimpiade in Brasile e podio centrato alla grande.

Tipo da stadio (encantado). Non solo piscine. Dal Maracanà, dove si svolse la cerimonia d’apertura dei Giochi, al San Paolo, arena di Fuorigrotta, teatro delle gesta del Napoli capolista con Mertens protagonista, Boni, tifoso accanito mai sopra le righe, segue la sua squadra del cuore ovunque, in casa come in trasferta, in Italia e all’estero, esternando continuamente la sua amata napoletanità. Di recente la studentessa Melissa Camposeo dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo (relatore il professore Roberto Bensi) gli ha dedicato la tesi dal titolo “Benefici dell’attività natatoria” per il corso di laurea magistrale in Scienze dello Sport. Emergono i tanti trionfi inanellati e le cospicue medaglie già al collo. Elenco interminabile per il ragazzo di Cavalleggeri: il record continentale a Busto Arsizio, le cinque medaglie nell’Europeo in Portogallo (un oro, tre argenti, un bronzo), 15 titoli italiani, per rendere l’ampio volume dei successi in carriera, l’«indigestione» al Meeting internazionale di Berlino (oro nei 50 dorso S3, oro anche nei 100, argento nei 4x100 misti, bronzo nei 4x50 sl misti). Insomma un asso pigliatutto e un monopolista della corsia clorata.

Chissà come sarebbe andata a finire ai Mondiali di settembre in Messico, se non fossero stati annullati e rinviati a data da destinarsi. Incubo durato tre lunghissimi giorni: scansati fortunatamente terremoto, uragani e tifoni. «E’ stato davvero brutto. Eravamo a mensa al piano terra. Improvvisamente la tavola iniziò a tremare: capimmo subito che si trattava del sisma. Gente che non riusciva a tenersi in piedi, chi si disperava, altri piangevano e svenivano. Sensazione che la terra potesse aprirsi da un momento all’altro. Distanti 140 km dall’epicentro di Città del Messico».
Impegno per gli altri. Campione nella vita e nello sport, il nuotatore azzurro dedica energie a quanti sono in difficoltà. Ha sostenuto con Laura Letrari l’Onlus Abbraciamoli, cha da cinque anni si prodiga in favore dell’Ospedale San Gerardo di Monza e il centro Maria Letizia Verga per lo studio e la cura della leucemia del bambino. E poi testimonial convinto della Fondazione Telethon. «Prendere tutto col sorriso. Che sia lo sport o la vita! Sorridi alle avversità, alle paure, ai dolori, così sarai un vincente ed un vincitore. Lo sport mi ha insegnato ad #andarelontano come atleta ma soprattutto come persona, il successo e le vittorie ti riempiono di gioia, ma sono le sconfitte quelle che fortificano e danno la spinta per migliorare sempre di più. Lo sport mi ha insegnato a sorridere di più alla vita, ha migliorato la mia persona ed ha curato ciò che dentro la disabilità aveva spento. Lo sport è di tutti e per tutti!».
Insieme, per andare lontano, con Vincenzo Boni, si può.    
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