Mabor dal Sud Sudan alla Gevi Napoli: «Non parlo di guerra, il mio mito è Manute Bol»

Il sudanese di 2,16 della Gevi giocava a calcio in patria, prima della fuga in Italia

Dut Mabor
Dut Mabor
di Stefano Prestisimone
Giovedì 12 Ottobre 2023, 19:07 - Ultimo agg. 19:32
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La sua è di sicuro una storia incredibile. Ma lui al momento preferisce non parlarne. Dut Mabor, il lunghissimo ragazzo del Sud Sudan, 2,16, classe 2001, è in Italia dal 2017, quando scappò dalla guerra nel suo paese per venire qui. Una lunga esperienza alla Stella Azzurra Roma, nelle squadre giovanili, che sul sito del club così lo salutava quando è andato via per giocare in Estonia un anno fa. «Ti abbiamo visto arrivare 6 anni fa, in fuga da una guerra scoperta, da dodicenne, in Sud Sudan sui marciapiedi, per le strade, nelle scuole. Con la palla a spicchi presa fra le mani nel 2016 hai riscoperto le gioie di una vita circondata di amici, che ti erano state tolte troppo presto».

Poi l'approdo alla Gevi Napoli in questa stagione con contratto biennale e opzione per ulteriori due anni.

Di guerra, della sua fuga per la vita, non ha voglia di parlare, ma di basket si. «Oltre alla pallacanestro, facevo calcio. Ma è era molti anni fa, quando ero in Africa. Dopo il calcio ho praticato basket per un anno e mezzo in Sudan, prima di arrivare in Italia dove ho continuato a Roma».

Poi il discorso va su Manute Bol, leggenda e simbolo del basket sudanese e della Nba, uno dei giocatori più alti della storia, 2,31, scomparso nel 2010. «Una leggenda, in tanti lo hanno osannato nel mio paese. Lui è stato un esempio, giocava in Nba e poi tornava sempre a casa e aiutava le persone povere. Tutti in Sudan vorrebbero diventare come lui. Il mio paese ai mondiali e Olimpiadi? Nessuno se lo aspettava, siamo un paese giovanissimo come pallacanestro. E sono orgoglioso della squadra del Sudan». 

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